Prezzi seminativi febbraio 2020

Prezzi seminativi al 24 febbraio 2020.

cereali

Sul mercato nazionale è tornata un po’ di vivacità, con aumenti significativi per il frumento duro su tutte le piazze.

Aumentano anche i semi di soia mentre il mais inizia a mostrare qualche segno di debolezza.

Sui mercati esteri non si registrano particolari movimenti; le quotazioni delle maggiori commodities sono rimaste praticamente invariate, salvo gli aumenti scontati per il frumento duro in Francia.

Il dollaro USA rimane forte e stabile nei confronti dell’euro (cambio attuale 1,08 dollaro/euro); un dollaro forte potrebbe in prospettiva favorire le esportazioni comunitarie verso i paesi terzi.


Prezzi seminativi al 17 febbraio 2020.

Quotazioni invariate per tutti i prodotti sul mercato nazionale, a eccezione del frumento duro, che ha ripreso ad aumentare rapidamente per via della corsa agli acquisti da parte degli utilizzatori pugliesi.

Sui mercati esteri non si registrano particolari movimenti, salvo il recupero dei semi oleosi a Chicago (soia) e Parigi (colza).

Il dollaro USA continua a rafforzarsi nei confronti dell’euro (cambio attuale 1,08 dollaro/euro) per effetto della riduzione delle stime di crescita nell’UE.


Prezzi seminativi al 10 febbraio 2020.

Il mercato nazionale sta iniziando a reagire ai ribassi generalizzati dei mercati esteri.

I prezzi restano invariati per il frumento tenero e il mais, mentre a Milano i semi di soia sono in ribasso.

Intanto in Puglia industriali e commercianti hanno ripreso ad acquistare frumento duro, con l’effetto di un lieve rialzo rilevato a Foggia.

Sui mercati esteri è subentrata un’inversione di tendenza: i prezzi sono in ribasso più o meno pronunciato per tutti i prodotti. Il dollaro USA continua a rafforzarsi nei confronti dell’euro (cambio attuale 1,09 dollaro/euro), ma non si intravedono ancora possibili effetti rialzisti sui prezzi comunitari.


Prezzi seminativi al 3 febbraio 2020.

Sul mercato nazionale i rialzi delle scorse settimane di tutti i prodotti sembrano aver prodotto un nuovo punto di equilibrio, e i prezzi sono perciò rimasti per lo più invariati.

Sui mercati esteri è subentrata un’inversione di tendenza: i prezzi sono in ribasso più o meno pronunciato per tutti i prodotti. Il dollaro USA resta forte nei confronti dell’euro (cambio attuale 1,10 dollaro/euro).