Convivenza possibile tra riso convenzionale e bio

L’Italia è attualmente il principale Paese produttore di riso in Europa, con circa 1,5 milioni di tonnellate prodotte su una superficie di circa 220.000 ha, di cui poco meno del 6% condotti con metodo biologico.

L’uso plurimo e promiscuo delle acque tra risicoltura biologica e convenzionale, nell’areale lombardo-piemontese, pone in essere un potenziale rischio di contaminazione del riso biologico da residui di prodotti fitosanitari utilizzati nella risicoltura convenzionale e trasportati per mezzo delle acque d’irrigazione.

Per i prodotti fitosanitari non consentiti nella produzione biologica ai sensi del reg. (CE) 889/2008, il limite massimo di residuo ammesso è pari a 0,01 mg/kg, oltre il quale non può essere rilasciata la certificazione di prodotto biologico, salvo altre specifiche indicazioni.

Per fare chiarezza in merito ai sopraccitati rischi tra il 2017 e il 2019 è stato svolto un apposito studio di campo in due camere di risaia condotte con metodo biologico e localizzate una presso il Centro ricerche sul riso dell’Ente nazionale risi (Enr) e una presso un’azienda collocata in Baraggia.

L’attività di monitoraggio ha preso in considerazione 50 sostanze attive e 2 metaboliti utilizzati in agricoltura convenzionale.

Nei diversi anni dello studio condotto e in entrambe le acque di irrigazione utilizzate nelle risaie biologiche oggetto delle prove sono stati riscontrati residui dei prodotti fitosanitari, ma non sono mai stati rilevati livelli quantificabili di residui nella granella di riso, sia come risone, sia come riso lavorato.

Nello specifico, nei suoli delle camere di risaia, sia con semina in asciutta sia in acqua, sono stati riscontrati residui dei prodotti fitosanitari derivanti presumibilmente da utilizzi nel periodo pre-conversione al metodo biologico, come è risultato nel caso del glifosate, del suo metabolita AMPA e dell’oxadiazon, che tendono ad assumere valori ridotti nel corso del periodo di conversione (tabella).

Residui rilevati nelle piante di riso bio nell’azienda del Centro ricerche dell’Enr (2017-2019)

Residui agrofarmaci in piante riso bio azienda Centro ricerche Enr
Alcune sostanze attive, già rilevate nelle acque di sommersione, come ad esempio il glifosate (nel 2019) sono state anche riscontrate nelle piante di riso, ma in tutti gli anni di sperimentazione le diverse tipologie di granella di riso analizzate (risone, riso semigreggio e riso bianco) non hanno mai fatto registrare la presenza di residui di prodotti fitosanitari.

Nelle acque di irrigazione sono state riscontrate alcune sostanze maggiormente utilizzate nella difesa della coltura quali MCPA, clomazone, imazamox, glifosate con AMPA e azoxystrobin.
Sulla base dei risultati ottenuti in questo studio di medio periodo si può però ragionevolmente ritenere che le attuali condizioni di uso promiscuo delle acque di irrigazione tra risicoltura biologica e convenzionale non danno luogo a particolari rischi di contaminazione da residui di prodotti fitosanitari nel riso destinato al consumo.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 25/2020
Convivenza possibile tra riso convenzionale e bio
di S. Afric, M. Romani, E. Miniotti, D. Tenni, G. Beltarre, L. Patrucco, A. Ferrero, F. Vidotto
Dal 22 luglio l’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale