Il prezzo dei fertilizzanti non si fermerà presto

Ancora notizie preoccupanti per l’agricoltura: in un mercato mondiale in cui i prezzi dei fattori produttivi, a partire da quelli dell’energia, stanno conoscendo una crescita esponenziale, i produttori si trovano alle prese anche con la questione fertilizzanti.

A partire dall’estate del 2020 i prezzi di urea e fosfato di diammonio hanno iniziato a crescere, salendo rispettivamente da 213 a 436 dollari/t e da 289 a 626 dollari/t.

Il cloruro di potassio sembrava l’unico fertilizzante a contenere i prezzi ma negli ultimi mesi anch’esso ha «mollato i freni», con prezzi che nel 2021 sono balzati da 232 a 562 dollari/t, con una brusca accelerata durante l’estate.

Tante le cause che hanno contribuito a questa impennata, a parte i chiari fenomeni speculativi: in primis c’è stata «l’esplosione» dei prezzi del gas, che è indispensabile anche per la produzione dei fertilizzanti azotati, essendo alla base della sintesi dell’ammoniaca. Il costo per unità di misura internazionale è passato da 2 dollari, durante il lockdown, agli oltre 22 di settembre.

L’aumento del costo della materia prima ha portato al taglio della produzione di ammoniaca e, a cascata, dei fertilizzanti azotati, spingendone i prezzi verso l’alto, situazione che dovrebbe protrarsi senza ulteriori impennate anche nel 2022 grazie alla ripresa della produzione di gas naturale.

Nel caso dei fosfati il costo di produzione, oltre all’incremento derivato dalla componente azotata, ha dovuto subire anche quelli delle altre materie prime utilizzate (rocce fosfatiche, acido solforico); in questo caso le aspettative rispetto a un prezzo già molto elevato sono di ulteriore crescita nel 2022.

Previsioni pessimistiche si fanno anche per il cloruro di potassio, a causa delle sanzioni commerciali imposte dall’Ue alla Bielorussia, secondo produttore mondiale.

 

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 35/2021
Fertilizzanti: i prezzi non si fermano
di D. Frisio
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