Il fotovoltaico non deve bruciare i suoli agricoli

No al fotovoltaico su suolo agricolo. L’ultima vicenda che ha acceso i riflettori su questo problema è quella di Lorea, in provincia di Rovigo, a pochi chilometri dal parco del Delta de Po, dove sta per nascere un enorme impianto fotovoltaico di quasi 60 ettari, ora interamente coltivati.

«Noi riteniamo sia uno sfregio al territorio che, sotto la maschera della green economy, nasconde speculazioni e cospicui investimenti finanziari» afferma Carlo Salvan, presidente Coldiretti di Rovigo e vicepresidente regionale.

«Il Polesine già ospita due dei più grandi impianti fotovoltaici d’Europa sorti con gli incentivi statali e ora si continua con questa nuova minaccia al sistema agricolo. Il problema però è ben più ampio, prende le mosse da Loreo, ma interessa tutto il Veneto».
«Non siamo assolutamente contrari al fotovoltaico, anzi!» sottolinea Salvan. «Siamo a favore delle energie rinnovabili ma l problema è un altro: andare avanti con le energie rinnovabili senza consumare terreno agricolo».

«In Veneto lo si può fare perché ci sono 10.000 ettari di terreni a destinazione non agricola, 11.000 capannoni e aree di pertinenza dismessi, migliaia di ettari di cave inutilizzate: solo se usassimo il 20% di queste aree produrremmo cinque volte l’energia prodotta finora con i pannelli a terra in regione senza toccare il suolo agricolo, il nostro principale strumento di lavoro».
«Confidiamo che il Consiglio regionale discuta e vari il testo il prima possibile, vista anche la diffusa condivisione che la società sta manifestando nei confronti della nostra azione».

Per contrastare il progetto Coldiretti ha lanciata una petizione, anche on line (www.change.org/p/regione-del-veneto-stop-fotovoltaico-su-suolo-agricolo), che ha già raccolto circa 15.000 firme.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 16/2021
Il fotovoltaico non deve rubare il suolo agricolo
di G. Vincenzi
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