Uncem e Assopiemonte dop e igp assieme per rilanciare i formaggi piemontesi

I grandi formaggi dop piemontesi sono in gravi difficoltà. Il lockdown conseguente alla pandemia ha creato pesanti blocchi alla commercializzazione e danni gravissimi ad aziende agricole, piccole imprese e piccole cooperative.

Soffrono in modo particolare i produttori di Castelmagno, Robiola di Roccaverano, Murazzano, Ossolano, Toma Piemontese, con filiere nei territori montani dove è più impegnativo realizzare le attività di allevamento, trasformazione, stagionatura. Per tali motivi Uncem, l’Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani e Assopiemonte dop e igp hanno unito le forze per individuare soluzioni volte a sostenere le imprese del settore lattiero-caseario.

«I produttori – sottolinea Evanzio Fiandino, presidente di Assopiemonte dop e igp – hanno continuato a sostenere costi, prevalentemente legati al mantenimento delle mandrie e greggi, senza incassare». Le imprese hanno infatti subito gli effetti negativi del lungo periodo di blocco della commercializzazione di prodotti dop e igp causato dallo stop a fiere, mercati, turismo locale, ristoranti, trattorie, mense e anche dell’export, ovvero dei canali dove tradizionalmente si vendono i prodotti tipici del territorio.

«Il risultato – conclude Fiandino – è stata la paralisi commerciale che ha costretto, a seconda della tipologia delle produzioni a buttare via il latte o a svenderlo, a interrompere la produzione, a eliminare formaggi non stagionabili, ad avere eccedenze in magazzino senza sapere se mai si riuscirà a smaltirle».