Quanto e come la tecnologia entra nelle stalle

Gli strumenti di precisione a disposizioni delle aziende da latte sono molteplici: i più comuni sono quelli impiegati per il monitoraggio della produzione di latte, come lattometri e flussometri, e i sensori per il rilevamento dei calori. Alcuni strumenti, se utilizzati in modo corretto, consentono di prevenire l’insorgenza di patologie, conseguente perdita produttiva, e quindi economica, nonché l’impatto ambientale derivante da un’inefficienza aziendale.

Risulta evidente l’importanza dell’utilizzo di questi strumenti che consentono, soprattutto negli allevamenti più grandi, un controllo costante e individuale delle bovine. Da un’indagine Istat del 2021 risulta però che meno del 40% delle aziende italiane intervistate utilizza strumenti di precisione, nonostante gran parte degli allevatori che applicano una zootecnia di precisione dichiari un miglioramento dell’efficienza gestionale e produttiva della propria azienda (report Istat, 2021).

La diffusione delle tecnologie tra gli allevatori

Nel grafico, si riportano i risultati ottenuti in un’indagine sulla presenza della tecnologia nelle aziende da latte.

Emerge che gli strumenti più adottati sono gli attivometri: il 78% degli allevatori intervistati dichiara, infatti, di utilizzare questi sensori, utili per il rilevamento dei calori. Diffusi sono anche gli strumenti per monitorare la produzione di latte (73% delle aziende indagate); questi ultimi sono presenti nelle aziende da più tempo rispetto alle altre tipologie di sensori e il loro utilizzo è in correlazione positiva con la produttività aziendale (r = 0,30).
I sensori per monitorare il colore del latte e per rilevare le zoppie sembrano essere, invece, i meno conosciuti dagli allevatori; più conosciuti ma in assoluto meno diffusi sono i sensori per la rilevazione di alcune biomolecole nel latte, come il progesterone o il beta-idrossibutirrato, in possesso solo del 16% degli intervistati.

In generale, la presenza dei sistemi di monitoraggio e il tempo di adozione di una tecnologia, espresso in anni, risultano positivamente correlati con il numero medio di mungiture (rispettivamente r = 0,46 e r = 0,57), naturalmente più alto nelle aziende con robot di mungitura. Queste ultime, infatti, risultano avere un livello tecnologico mediamente più elevato.

È stato anche rilevato che solo il 35% degli intervistati dedica più di 30 minuti al giorno per la lettura e l’interpretazione dei dati. Il tempo da dedicare alla tecnologia, infatti, è un aspetto ritenuto critico da molti allevatori che adottano strumenti tecnologici nella propria azienda. D’altro canto, però, sembrerebbe che registrare i parametri delle proprie bovine senza un supporto tecnologico sia ancora più dispendioso: dal questionario, infatti, risulta che solo il 10% degli allevatori monitora più di due parametri (inseminazioni, calori, patologie, trattamenti, ecc.) senza l’uso di tecnologia; il 34% dei rispondenti, invece, non registra manualmente nessun evento.

Il rischio è quindi che, senza l’uso di sensori automatici, per l’allevatore risulti eccessivamente dispendioso e impegnativo registrare ciò che accade ai propri animali, passaggio essenziale, però, per una gestione aziendale corretta ed efficiente.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 2/2022
Indagine tra gli allevatori: come e perché si usa la tecnologia
di M. C. Bianchi, M. Zucali
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