Evoluzione della Bruna: qualità del latte, longevità e adattabilità all’ambiente

Il miglioramento della razza Bruna si è realizzato attraverso il miglioramento genetico, ottenuto mediante un’attività di selezione iniziata nel XIV secolo nei monasteri svizzeri di Einsiedeln, di Engelberg e di Muri e che continua, ancora oggi, per opera delle associazioni di razza presenti in diversi Paesi, Italia compresa.

Negli ultimi anni, in seguito all’avvento della genomica, il progresso genetico della razza ha subito un’accelerazione orientata soprattutto a esaltare i caratteri relativi al contenuto lipidico (4,05%) e proteico (3,59%) del latte, alla longevità funzionale e alla conformazione corporea.

Il latte prodotto dalle bovine brune ha, infatti, un’elevata frequenza (63,8%) della variante BB dell’allele k-caseina, che è il genotipo più adatto alla caseificazione (tempo di coagulazione più breve associato a una cagliata dalla consistenza più solida e resistente) e alla resa in formaggio (+13% per ogni litro di latte).

A livello mondiale, la tipizzazione genomica ha permesso anche di individuare i genotipi portatori del gene per la beta-caseina nella variante allelica A2A2, riscontrando un’elevata frequenza (ad esempio in Italia è pari al 60% dei soggetti e in Svizzera al 62%, mentre in Francia raggiunge il 70%) all’interno della razza: questo carattere è importante perché, nonostante siano necessarie ulteriori conferme scientifiche, sembra che favorisca una maggiore digeribilità del latte, soprattutto nelle persone intolleranti al lattosio.

Inoltre, nella razza Bruna, selezionare per il latte A2 significa favorire, contemporaneamente, la k-caseina BB, con un interessante innalzamento del profilo qualitativo del latte. Oltre all’attitudine casearia, la razza si è evoluta in termini di longevità funzionale (6,4 anni, ovvero +1,1 anni nell’età alla riforma rispetto alle altre razze da latte) che si traduce in un incremento della produttività (+100 kg annui di latte nell’ultimo decennio), in una carriera produttiva più lunga (47 mesi) con un numero più elevato di lattazioni.

L’allungamento della longevità funzionale è stato ottenuto migliorando gli arti e i piedi (-55% di zoppie rispetto alla razza Frisona), la facilità di parto (pari al 97,5%) e l’adattabilità all’ambiente, in particolare aumentando la tolleranza allo stress da caldo (il calo produttivo giornaliero, in presenza di un clima caldo, è limitato soltanto a 1 kg di latte).

L’adattabilità all’ambiente è un carattere che riveste una notevole importanza nell’allevamento della razza Bruna che, originatasi nelle regioni alpine elvetiche, è tuttora utilizzata sia per l’alpeggio sia per il pascolamento a quote più basse, anche in zone boschive.

Uno studio condotto in Svizzera ha dimostrato che questi animali sono caratterizzati da una spiccata capacità selettiva, che consente loro di alimentarsi con le essenze più digeribili, traendo un’alimentazione sufficiente a soddisfare i loro fabbisogni anche quando pascolano su terreni densamente alberati.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Stalle da Latte  n. 1/2024
Quando l’evoluzione della razza è anche l’evoluzione dell’allevatore
di M. Olivari
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