Analisi dei bilanci delle stalle da latte: bisogna prepararsi al 2022

Il principale strumento che l’imprenditore ha a disposizione per migliorare le performance economiche del proprio allevamento è il bilancio aziendale. La sua importanza è testimoniata dal campione di bilanci provenienti dal «Progetto allevamento futuro» elaborato sui bilanci annuali del 2020, costituito da 130 allevamenti italiani.
Per una sintetica e semplice analisi dei dati 2020 è utile osservare i seguenti grafici.

 

Il grafico 1 rappresenta l’utile netto finale per vacca all’anno ottenuto dagli allevamenti nell’area denominata «latte e dop», che comprende tutte le aziende escluse quelle che producono latte biologico o latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano. Si tratta di un campione di 110 allevamenti situati sostanzialmente nel Nord Italia.

Per «utile netto finale» si intende quello che rimane all’imprenditore «teorico», cioè quello dopo aver remunerato anche tutti i beni da lui stesso apportati all’attività, come per esempio il proprio lavoro, il terreno di proprietà, il capitale agrario e il capitale di anticipazione.

È possibile vedere la differenza di risultato: ci sono allevamenti capaci di guadagnare più di 1.000 euro per vacca all’anno, ma anche allevamenti capaci di perderne più di 1.500. Il valore medio di utile netto finale è molto vicino al pareggio (+14,2 euro/ vacca/anno). Questo dato fa capire la differenza importante di risultato tra gli allevamenti, variabilità che rimane intatta negli anni, ma che si sposta verso dati migliori o peggiori a seconda dell’andamento annuale dei mercati.

Nel 2020 infatti, come si evince dal grafico 2,  risultano essere il 54% le aziende con utile netto positivo. Nel 2019 le aziende in utile (istogramma azzurro) erano state ben il 75%!

Nell’anno successivo come abbiamo detto siamo scesi al 54% e se facciamo una proiezione dati nel 2021, immettendo preventivamente nei bilanci i dati di costi e prezzi che ci attendiamo nel 2021, sembriamo destinati purtroppo a un ulteriore peggioramento: circa il 35%. È necessario pertanto prepararsi a questa situazione, tenendone conto, e pianificare adeguatamente il 2022.