Vite: i criteri per potare correttamente

vite potatura

Nei differenti contesti produttivi, per la corretta esecuzione della potatura manuale devono essere presi in considerazione alcuni principi legati alle caratteristiche fisiologiche e botaniche della vite.

Carico di gemme

Una delle prime scelte che il potatore deve affrontare riguarda il numero di gemme da lasciare per pianta (carico di gemme), che non può essere deciso a tavolino né tanto meno basarsi su consuetudini tramandate dal passato, considerando i cambiamenti che hanno interessato il settore viticolo negli ultimi 30 anni.

Il carico di gemme deve essere il frutto di un ragionamento ampio che prenda in considerazione l’età della pianta, la vigoria della combinazione vitigno/portinnesto, la fertilità delle gemme, la dimensione dei grappoli, il contesto pedoclimatico, il sistema di allevamento e l’obiettivo enologico che ci si prefigge di raggiungere.

In linea generale la potatura invernale deve ambire a ottenere 1,2-1,5 m2 di superficie fogliare fotosintetizzante per ciascun chilogrammo di uva prodotto, che contraddistinguono in linea generale le condizioni di equilibrio vegeto-produttivo.

Vigoria ed espressione vegetativa

Molto importante è la consapevolezza da parte del potatore di come, tramite il carico di gemme, siano influenzate la vigoria e l’espressione vegetativa della pianta, e conseguentemente anche il suo equilibrio vegeto-produttivo.

Per vigoria intendiamo il dato di crescita finale dei germogli (in diametro e lunghezza), mentre col termine espressione vegetativa facciamo riferimento alla massa vegetale, ovvero al numero di foglie e di germogli presenti sulla pianta.

Nelle situazioni di elevato vigore, ovvero presenza di un numero limitato di germogli ma caratterizzati da elevato sviluppo, è possibile riequilibrare la pianta lasciando un numero di gemme superiore rispetto alla norma; l’effetto è quello di ottenere nella stagione successiva un numero maggiore di germogli ma di sviluppo più contenuto.

Per contro, qualora le piante presentino un numero elevato di germogli ma eccessivamente deboli è bene intervenire con una potatura invernale più severa, ovvero che lasci un numero più contenuto di gemme rispetto alla norma; l’effetto è quello di aumentare la vigoria dei germogli che si svilupperanno nel corso della stagione successiva.

Lunghezza e numero dei capi a frutto

Nei sistemi di allevamento a cordone permanente, quali cordone speronato, cordone libero, Casarsa e doppia cortina (GDC), dopo aver stabilito il carico di gemme per ceppo si imposta il numero di capi a frutto (e di conseguenza del numero di gemme per ciascuno di essi), tenendo conto della fertilità basale del vitigno, ovvero della capacità di produrre grappoli da parte delle prime gemme del tralcio.

Il numero di capi a frutto su cui viene ripartito il carico di gemme viene condizionato anche dalla necessità di garantire un opportuno distanziamento tra i medesimi e ottenere una chioma adeguatamente aperta.

In linea generale si considera una distanza tra i capi a frutto di circa 20-30 cm nel Casarsa e di circa 15-20 cm nel cordone speronato, nel cordone libero e nella doppia cortina.

I sistemi a tralcio rinnovato offrono minori possibilità di modulare il numero di gemme, dato che la lunghezza del capo a frutto è teoricamente decisa in fase di impianto, quando viene stabilita la distanza tra le piante sulla fila.

La necessità di stendere al filo un capo a frutto di lunghezza inferiore alla distanza tra le piante o di sovrapporre 2 capi a frutto, per aumentare il carico di gemme per ceppo, può essere la conseguenza di errori compiuti in fase progettuale.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 33/2020
I criteri per potare il vigneto a mano e meccanicamente
di R. Castaldi
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