Promettono bene tre nuove piwi

Vigneto Sperimentale Freytag

Il termine PIWI deriva dall’acronimo tedesco (Pilzwiderstandsfähig) che identifica le varietà di vite resistenti alle crittogame fungine ottenute incrociando le varietà di vite europee (Vitis vinifera subspecie sativa) con varietà di vite americane, più raramente asiatiche, resistenti alla fillossera e alle maggiori ampelopatie fungine.
Com’è noto, i primi incroci furono eseguiti in Francia tra fine 800 e inizio 900 con l’obiettivo di selezionare varietà resistenti alla fillossera della vite, oltre che a peronospora, oidio e botrite.

La ricerca in Germania

Dalla seconda metà del secolo scorso la Germania ha dato un contributo significativo alla selezione degli incroci di nuova generazione. Oltre ai Centri di ricerca di Geilweilerhof (Palatinato) e di Geisenheim (Assia), l’Istituto statale di viticoltura di Friburgo (WBI-FR) ha sviluppato diverse varietà resistenti che negli ultimi decenni si sono affermate dapprima in Germania e poi in Austria, Svizzera e in altre zone viticole nascenti nei Paesi del Nord Europa.
Da qualche anno queste varietà sono autorizzate e apprezzate anche in Italia.

 

Cabernet Blanc

Il vitigno Cabernet Sauvignon e altri resistenti sono i parentali genetici di questa cultivar. Nel 2014 il vitigno è stato iscritto nel catalogo ufficiale delle varietà in Europa. Cabernet Blanc è stato fin da subito molto apprezzato: oltre che in Germania, sta prendendo piede anche nel Regno Unito, nel Benelux e in Francia con molti ettari messi a dimora.
Gli acini sono di grandezza molto variabile a causa dell’acinellatura, la buccia è spessa e il grappolo è spargolo e di media dimensione, risultando così meno incline alla botrite.
Il periodo di maturazione è simile al Pinot Bianco. L’invaiatura degli acini è molto tardiva, però l’uva raggiunge facilmente un’elevata gradazione zuccherina e maturità aromatica. Il portamento è vigoroso ed eretto e la ventilazione della parete fogliare è favorita dalla caratteristica foglia larga.
A seconda dello stile di vinificazione e della maturità delle uve, i vini ottenuti possono avvicinarsi allo stile dei Sauvignon Blanc neozelandesi fino a ricordare frutti esotici. Vini complessi con un’acidità matura e con un potenziale promettente all’invecchiamento.

Cabernet blanc

Cabertin

Anche il Cabertin ha per suo capostipite europeo la cultivar Cabernet Sauvignon, oltre a diversi parentali resistenti. La sua selezione aveva infatti l’obiettivo di trovare un esemplare genetico di Cabernet che maturasse prima e più omogeneamente con un profilo tannico morbido.
Il grappolo è lungo, piramidale e spargolo con acini piccoli e tondi. La buccia pruinosa protegge da infezioni fungine, come per esempio la botrite.
L’epoca di maturazione è simile al Merlot. Come per il Cabernet Blanc, il portamento vigoroso ed eretto e la caratteristica foglia larga garantisce la ventilazione della parete fogliare.
I vini prodotti dalle uve di Cabertin hanno molte delle qualità del loro genitore europeo Cabernet Sauvignon. Ricorda il ribes nero, il pepe rosso e nero, il caffè e il tabacco speziato unitamente a note piraziniche, oltre ad avere una buona struttura tannica. Le vendemmie che permettono una lunga maturazione donano dei tannini morbidi e avvolgenti. Tuttavia, nelle stagioni in cui la maturazione non è completa i tannini possono essere astringenti e scomposti. Un prolungato invecchiamento nelle botti è molto favorevole per la longevità di questi vini.

Cabertin

Pinotin

Il vitigno Pinotin è il risultato di un incrocio tra Pinot Nero e una cultivar resistente. Fin da subito le microvinificazioni delle sue uve suscitarono particolare interesse tra i viticoltori e le figure istituzionali per la sua sorprendente somiglianza al parentale europeo. Nel 2014 il Pinotin è stato ufficialmente inserito nel catalogo delle varietà in Germania ed Europa.
Il grappolo è lungo, senza ali e spargolo. L’acino è rotondo di diametro medio con una buccia spessa. Il carattere poco compatto del grappolo permette una maturazione omogenea durante l’invaiatura.
Questo vitigno raggiunge la maturazione ottimale nella prima metà di settembre, paragonabile alla cultivar resistente Regent. La vigoria è media e il portamento eretto, similmente al Pinot Nero di cui esprime in modo marcato il fenotipo.
Il vino ha un colore rosso rubino e un aroma che ricorda molto la ciliegia. La bassa acidità e la ridotta tannicità rendono questo vino rosso fruttato di facile beva.

Pinotin

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 1/2021
Promettono bene tre nuove piwi
di E. Battiston, A.V. Divittini, V. Freytag
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