Prime stime di Assoenologi sui danni del gelo nei vigneti

L’ondata di gelo che ha investito l’Italia a inizio aprile ha avuto conseguenze difformi, a seconda dei territori, su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda in particolare i vigneti italiani la situazione – da quanto emerge dal monitoraggio di Assoenologi – appare oggi distribuita a macchia di leopardo. In generale si evidenzia che a soffrire di più l’evento meteorologico sono state le zone di media collina e di fondovalle, con danni specifici su quelle varietà precoci che avevano già emesso i primi germogli.

Si contano zone particolarmente colpite in Toscana e Umbria, ma ad essere interessate dalle gelate sono anche alcuni territori dell’Emilia-Romagna e del Veneto. Molti i territori dove non si rilevano, fortunatamente, particolari ricadute, specialmente nelle regioni del Sud che sono quelle a più alta potenzialità produttiva.

Da questo primo monitoraggio – annuncia Assoenologi – salvo eccezioni, non si prevedono, a oggi, riduzioni significative del potenziale produttivo nazionale. Anche se una valutazione effettiva sui reali danni alla produzione potrà essere effettuata solamente tra una decina di giorni, quando le «gemme cotonose» passeranno allo stadio successivo e si apriranno e, al tempo stesso, avremo superato altre giornate in cui si prevedono nuovamente cali termici importanti.

Per quanto riguarda il Veneto centro-orientale la zona maggiormente colpita è stata quella bassa, nell’areale di Venezia. Nel Veneto occidentale i danni sono stati evidenziati solo su Glera e Chardonnay in alcune zone di Vicenza e Padova e solamente sulle viti che erano in fase avanzata di germogliamento con la prima gemma. Si sono salvati i vigneti in zona lago di Garda, Valpolicella, Soave e Bardolino.

In Emilia si riscontra un danno piuttosto diffuso; da evidenziare i danni sui vigneti di Lambrusco Grasparossa che quest’anno è in anticipo col germogliamento e dove si rileva un danno all’incirca del 70%.

Toscana: tutta la regione è stata interessata dalle gelate, con punte di -7/-8 °C nella zona dell’aretino e danni probabilmente ingenti. Il vitigno che ha subito maggiori conseguenze è il Sangiovese, che aveva già germogliato, mentre è quasi indenne la Vernaccia, indietro nello sviluppo fenologico. Le zone alte del Chianti Classico per ora non rilevano danni, criticità rilevate a Montalcino e Montepulciano nei vigneti di fondovalle e pianura. La Maremma è, invece, quella più colpita: si stimano danni intorno al 40%, con punte anche superiori.

L’Umbria è stata duramente colpita, soprattutto su Chardonnay, Grechetto e Merlot, praticamente intoccato il Trebbiano (il vitigno bianco più diffuso in regione) in quanto in ritardo vegetativo.