Potatura a testa di salice

Sia nei sistemi a cordone permanente e sia in quelli a tralcio rinnovato la potatura invernale ha infatti riflessi sullo stato di salute generale e sulla longevità della pianta; in modo particolare nei sistemi a cordone permanente – quali cordone speronato, cordone libero, cordone libero a speronatura totale (CLST), Sylvoz, Casarsa e doppia cortina (GDC) – è in grado di condizionare lo sviluppo dei centri vegetativi e la loro vitalità.

Per i sistemi di allevamento a tralcio rinnovato, tra i quali rientrano il Guyot in tutte le sue varianti (unilaterale o bilaterale, a tralcio orizzontale o ad archetto), le pergole e i tendoni, vi è la possibilità di allevare le piante a testa di salice, secondo una metodica che giunge dal passato fino ai giorni nostri, che possiamo osservare in molte aree viticole della Penisola ed estere, e che andremo a descrivere brevemente.

Fase di allevamento

Il corretto ottenimento della testa di salice parte da un’opportuna potatura di allevamento, che può seguire percorsi differenti in funzione del grado di sviluppo raggiunto dalle piante al termine del primo anno d’impianto:

  • Quando si ha a disposizione un tralcio di 1 anno correttamente sviluppato, in diametro e lunghezza, e adeguatamente lignificato, si procede solitamente eseguendo la sua spuntatura 30-35 cm al di sotto del filo portante, ovvero alla quota in cui andrà via via a crearsi la testa della pianta. Nel corso della stagione vegetativa successiva nella parte alta del giovane tronco vengono lasciati sviluppare 6-8 germogli, mentre la parte basale viene spollonata quando i germogli hanno una lunghezza di 10-15 cm e presentano ancora una consistenza vitrea che ne facilita il distacco senza provocare ferite. Al momento della successiva potatura invernale tra i tralci presenti sul tronco viene selezionato il capo a frutto da stendere al filo; i restanti tralci sono speronati a 1 gemma franca o a corona, qualora siano posizionati nella parte superiore del tronco, oppure eliminati tramite un taglio radente, nel caso in cui risultino inseriti lontano dalla sommità della pianta;
  • Nelle condizioni di buona fertilità e buona disponibilità idrica, che caratterizzano diverse aree viticole di pianura, anziché spuntare il tralcio di cui si dispone sotto al filo i viticoltori preferiscono procedere direttamente alla sua stesura e legatura sul filo portante, anticipando così l’entrata in produzione. Scegliendo questa opzione nel corso dell’annata successiva è necessario eliminare i germogli presenti nella parte più alta del giovane tronco e nella curva (raccordo con parte orizzontale legata al filo), in modo da favorire lo sviluppo di quelli situati a circa 30-35 sotto al filo portante; questi ultimi costituiranno infatti la base per la potatura dell’inverno successivo, quando si inizierà a formare la testa della vite, ovvero quando uno di essi sarà steso e legato al filo e i restanti speronati a 1 gemma franca o a corona.
  • Se il tralcio a ottenuto al termine del primo anno di vegetazione si presenta poco sviluppato in diametro (inferiore a quello di una matita) o in lunghezza, oppure non ben lignificato, lo si sperona a 2-3 gemme, a partire dalle quali si cercherà di ottenere un tralcio ben conformato nel corso della stagione successiva, per poi procedere come nei casi sopra indicati.

Fase di produzione

Una volta impostato il tronco della pianta, e terminata quindi la fase giovanile, la potatura si concretizza anche in questo caso con i 3 tagli classici che caratterizzano i sistemi a tralcio rinnovato, ovvero del passato, del presente e del futuro.  La creazione della testa di salice viene  determinata dal taglio del futuro o, più correttamente, dai diversi tagli del futuro. I tralci presenti nella sommità della pianta sono difatti speronati a 1 gemma franca, oppure eliminati tramite tagli che lasciano intatta la corona. A seguito dello scoppio delle gemme di corona si assiste a un progressivo aumento dei tralci prodotti, con conseguente allargamento dei centri vegetativi e progressiva crescita della sommità della pianta, che assume nel corso degli anni i connotati della testa di salice.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 1/2021
Potatura a testa di salice
di R. Castaldi
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