Tracollo produttivo per le pere italiane

L’Organizzazione interprofessionale (OI) Pera ha diffuso l’8 ottobre l’aggiornamento delle produzioni relativamente alla regione Emilia-Romagna, che rappresenta in termini di superfici quasi il 70% della produzione nazionale, in attesa di elaborare i dati anche per le altre regioni italiane. Dopo due annate a dir poco disastrose sul piano produttivo, quella del 2019 e quella del 2020, anche quest’anno ci si trova a fare i conti con una produzione che raggiunge un nuovo minimo storico.

«Purtroppo, come ci si attendeva, le previsioni effettuate a inizio luglio sono state confermate dai conferimenti di prodotto in entrata e anzi, in alcuni casi, con un peggioramento rispetto ai quantitativi preventivati» afferma Gianni Amidei, presidente di OI Pera. Le gelate di fine marzo-inizio aprile hanno infatti finito per risultare eccezionalmente dannose per le pere e per tutte le varietà.

In Emilia-Romagna le nuove stime pongono la produzione di Abate Fétél poco oltre le 40.000 tonnellate, -78% rispetto al già deficitario 2020 e -83% se il confronto viene fatto rispetto all’ultima annata definita «normale» che è quella del 2018.
Su variazioni molto simili anche la varietà Kaiser, che segna un -78% sul 2020 e -81% sul 2018. Per le varietà più precoci le differenze rispetto agli anni precedenti sembrano meno pesanti, ma comunque altamente significative.

«A questo importante calo, oltre ai noti danni da gelo, hanno concorso anche la perdita di superfici, in particolare per alcune varietà come Conference, Abate, Kaiser e Decana, ma anche il manifestarsi pure quest’anno della maculatura bruna e della cimice asiatica, nonché la siccità» prosegue Amidei.

«Abbiamo bisogno di sostegni finanziari immediati in modo da poter dare ai pericoltori fiducia nel futuro del comparto» conclude Amidei.