Le varietà di grano duro più produttive in biologico

Per il frumento duro la scelta delle cultivar più adatte ai diversi ambienti di coltivazione è premessa e primario itinerario per una corretta agrotecnica, al fine di ottenere le migliori rese possibili compatibilmente con l’ambiente pedoclimatico.

Fornire elementi che vadano in questa direzione è l’obiettivo della Rete di confronto tra varietà di frumento duro in coltura biologica che, giunta al 18° anno, viene realizzata nei diversi ambienti di coltivazione italiani in collaborazione con diverse Istituzioni pubbliche e coordinata dal CREA-IT, sede di Roma (ex Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura).

I risultati delle 21 cultivar nelle 10 prove realizzate in questa stagione vengono presentati per singola località, come indici rispetto alle medie campo e come media generale.

La resa media delle 10 località (tabella 2), è stata di 4,48 t/ha, con i valori più bassi, compresi tra 2,26 t/ha di Ussana (Cagliari) e 3,13 t/ha di S. Stefano Quisquina (Agrigento), registrati nelle località del Sud-Isole dove solo ad Aidone sono state ottenute produzioni di un certo rilievo (5,42 t/ha).


Tra le località dell’Italia centrale, Roma, Tarquinia (Viterbo) e Pollenza (Macerata) hanno avuto rese molto simili (4,7 t/ ha), mentre livelli produttivi particolarmente elevati sono stati ottenuti nel versante tirrenico a Tarquinia (6,35 t/ ha), e, soprattutto, in quello adriatico a Jesi (Ancona) (7,58 t/ha), a conferma di una stagione molto favorevole nelle bellissime colline a grano della Toscana e delle Marche.

Ai vertici della graduatoria produttiva si è posizionata la novità RGT Rangodur (4,96 t/ha) con indici di resa superiori o uguali a 100 in 8 località su 10, seguita da Monastir (indice 107) e Daurur (106) con medie superate però in meno campi (7). La maggiore adattabilità è stata riscontrata per Marakas e Kanakis con indici uguali o superiori a 100 in 9 località ma indice medio leggermente più basso (105), ottenuto anche da Marco Aurelio, con medie superate in 7 campi.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 30/2020
Resa e qualità del grano duro in coltivazione biologica
di F. Quaranta et al.
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