Riso e Pac, una buona notizia da Bruxelles

riso

«Ringrazio la ministra Bellanova e tutto il suo staff per il risultato ottenuto al Consiglio UE a difesa del riso, mostrando ancora una volta la sua attenzione e la sua sensibilità verso il nostro settore». Questo il commento di Paolo Carrà, presidente dell’Ente Risi, dopo la conclusione del Consiglio dei ministri agricoli europei.

Come è noto, nella Pac attuale il riso è considerato greening conforme: pertanto, a certe condizioni, chi coltiva riso non è tenuto a rispettare l’obbligo della diversificazione colturale, né quello di creare aree di interesse ecologico. Tutto ciò in ragione del fatto che la coltivazione del riso è riconosciuta come sostenibile dal punto di vista ambientale.

Poiché nella bozza del regolamento del Consiglio UE gli obblighi del greening attuale sono stati trasferiti nella condizionalità, era lecito aspettarsi che il riso venisse esentato da tali obblighi: il testo, invece, non lo contemplava.

Grazie agli interventi della delegazione italiana sono stati ottenuti gli emendamenti al testo del regolamento, concedendo allo Stato membro di esentare il riso dagli obblighi della creazione delle aree di interesse ecologico e della rotazione/diversificazione colturale.

«Senza questo emendamento – ha rilevato Carrà – la risicoltura italiana avrebbe subito una forte limitazione, mentre le vicende attuali hanno dimostrato l’importanza di una risicoltura in espansione per intercettare l’aumento dei consumi nell’Ue».

«Considerato che il riso è una coltura con grande valenza ambientale e con una produzione sostenibile, era doveroso il riconoscimento di queste peculiarità nell’ambito della futura Pac e sono certo che la risicoltura italiana contribuirà alla crescita del Paese».