Grano duro 2024: produzione in calo; qualità parola chiave per il futuro

Solo la buona qualità potrà mitigare e compensare i risultati produttivi poco incoraggianti già attesi per l’imminente campagna del frumento duro; ciò a causa sia del calo delle superfici, –10,6% a livello in ambito nazionale e –11,1% nel Sud e nelle Isole, sia per le avverse condizioni climatiche del Mezzogiorno nel suo complesso, mentre nelle altre regioni italiane al momento non sembrano esservi preoccupazioni.

Se ne è discusso alla Camera di commercio di Foggia il 16 maggio, nell’ambito dell’edizione 2024 dei Durum Days, l’evento internazionale organizzato da Assosementi, Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Fedagripesca Confcooperative, Compag, Italmopa e Unione Italiana Food, con il patrocinio della Società italiana genetica agraria, la collaborazione del CREA e la partecipazione tra i relatori di Areté e International grains council, con gli sponsor Basf e Corteva.

Le prossime e ultime settimane del ciclo colturale saranno quindi decisive un po’ dovunque, con una produzione nazionale derivante da circa 1,135 milioni di ettari coltivati che potrebbe non superare i 3,5 milioni di tonnellate, mentre per la prossima campagna nel resto del mondo dovrebbero aumentare produzioni e scorte senza incidere negativamente sui prezzi.

In Canada vi saranno incrementi positivi di rese e superfici, queste ultime previste in aumento anche negli Stati Uniti, con nuovi record produttivi attesi per Turchia e Russia, mentre situazioni in controtendenza si prospettano nell’Unione europea e nel Nord Africa. Il dibattito sempre particolarmente vivace alla vigilia della campagna, è stato animato anche da agricoltori insofferenti che hanno più volte interrotto alcuni relatori quando si è parlato di prezzi e mercato, a conferma del fatto che la questione del reddito resta centrale.

Il problema dell’offerta non concentrata

E mentre ci accingiamo ad assistere, quasi liturgicamente, a una rinnovata contrapposizione tra agricoltori e industriali su prezzi alla produzione, importazioni e origine del frumento duro, bisogna doverosamente ricordare che i contratti di filiera sono anche troppo esigui rispetto alle potenzialità produttive e finché non vi sarà una vera concentrazione dell’offerta, tuttora troppo frammentata anche per quanto riguarda le caratteristiche qualitative, gli acquisti dall’estero non potranno mai esser significativamente ridotti, tenuto conto, tra l’altro, che la produzione nazionale di frumento duro è sempre di gran lunga inferiore al fabbisogno, dato non solo dai consumi interni ma anche dalla produzione e dall’esportazione di pasta italiana in tutto il mondo.

La Turchia non sta a guardare

Al riguardo è emerso che occorre far presto per invertire la tendenza, anche perché vi sono nuovi competitor internazionali nella produzione di pasta, a cominciare dalla Turchia, le cui esportazioni aumentano costantemente e potrebbero ulteriormente farsi sentire sui mercati, poiché la svalutazione della lira turca è un incentivo alle esportazioni che garantiscono afflussi di valute straniere.

Ricerca, innovazione e seme certificato per dare futuro al grano duro

Tornando alla qualità, non vi è dubbio che il contrasto ai cambiamenti climatici conferma il ruolo e l’importanza della ricerca e dell’innovazione, con la Rete nazionale delle prove di confronto varietale strumento strategico per il monitoraggio della coltura, da implementare con telerilevamento e altri supporti digitali.

Di strumenti e tecniche per fronteggiare le incertezze della filiera cerealicola si è parlato nella sessione pomeridiana del Durum Days 2024, dove, con il contributo di università italiane ed estere, nonché di diversi istituti del Cnr e del CREA, si è parlato di modelli digitali per ricostruire lo sviluppo della coltura, di telerilevamento iperspettrale e fenotipizzazione per l’acquisizione di tratti agronomici di interesse in grado di facilitare l’attività di selezione dei materiali genetici e supportare l’agricoltore nell’applicazione delle tecnologie dell’agricoltura di precisione, di strumenti innovativi per la tracciabilità e la qualità lungo la filiera, dell’evoluzione della fusariosi o mal del piede nel contesto dei cambiamenti climatici.

Tavola rotonda tenutasi durante i Durum Days, con rappresentanti di Copagri, Assosementi, Corteva, Basf, Crea, Università di Bologna, Siga e Ismea

Sulla stessa linea l’appello lanciato ai Durum Days da Assosementi: il futuro del grano duro italiano non può prescindere dal sostegno all’innovazione e dall’impiego del seme certificato.

«Il seme certificato è l’elemento imprescindibile per assicurare la piena salubrità e tracciabilità di produzioni altamente strategiche come la pasta. Il settore sementiero gioca sotto questo aspetto un ruolo fondamentale a supporto del comparto del grano duro. Il nostro obiettivo è di accrescere notevolmente l’impiego del seme certificato sulle superfici coltivate. Questo deve rappresentare un traguardo per tutto il sistema produttivo, per elevare ulteriormente la qualità delle proprie produzioni e rispondere in maniera sempre più precisa alle richieste dell’industria della pastificazione» ha dichiarato nel suo intervento Andrea Demontis, presidente della Sezione costitutori di Assosementi.

«Le aziende sementiere italiane forniscono inoltre un importante contributo alle sfide della filiera del grano duro grazie al costante impegno in innovazione, ha continuato Demontis. Da sempre siamo in grado di offrire varietà performanti e sostenibili e in questo senso l’impiego delle Tecniche di Evoluzione Assistita potrà aprire scenari sempre più interessanti. Il nostro auspicio è che le istituzioni proseguano il percorso già iniziato negli ultimi mesi accelerando la fase di verifica in campo. È notizia di questi giorni l’avvio della sperimentazione a Pavia di una varietà di riso resistente al brusone ottenuta mediante le TEA. Il Governo ha dimostrato la sua lungimiranza nell’abbracciare la scienza, ma ora è necessario dare continuità al provvedimento, spostando la scadenza del DL Siccità attualmente fissata per la fine del 2024. Assosementi è al lavoro per assicurare la proroga almeno a tutto il 2025, in attesa che il dialogo comunitario che riprenderà dopo le elezioni europee possa dare il definitivo via libera a questa preziosa innovazione» ha proseguito Demontis.

«Avere a disposizione strumenti utili per il contrasto ai cambiamenti climatici e ai patogeni è una necessità per tutta la cerealicoltura italiana. Definire un piano strategico di lunga durata a sostegno della ricerca è dunque un’assoluta priorità. Assosementi sta dialogando con SIGA – Società di Genetica Agraria per rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, ma è fondamentale che i decisori politici supportino anche economicamente lo sviluppo di queste sinergie. Solo in questo modo saremo capaci di assicurare risultati concreti ad agricoltori e consumatori in tempi contenuti» ha concluso Demontis.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 19/2024
Grano duro 2024: produzione in calo
di G. Tamburrano