Prosek croato: due mesi per fermare il via libera UE

prosecco

La Croazia torna alla carica sul vino Prosek e l’Italia si prepara a tutelare le sue bollicine più conosciute nel mondo: la domanda di registrazione della menzione tradizionale «Prosek» è stata presentata dalle autorità croate, come ha confermato il commissario UE all’agricoltura Janusz Wojciechowski rispondendo a un’interrogazione presentata da europarlamentari di tutti gli schieramenti.

La domanda croata, secondo Bruxelles, risponde «ai requisiti di ammissibilità e validità» e la Commissione «procederà alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE».

Un tentativo croato di proteggere la denominazione Prosek era già fallito nel 2013. Oggi Zagabria chiede di registrare una «menzione tradizionale», che non è una dop ma un modo di proteggere nomi ad essa legati. «Riserva», «Superiore», «Chateau», «Grand Cru» sono tutti esempi di menzione tradizionale riconosciuti dalle norme dell’UE.

Quello di Bruxelles non è un via libera e i giochi sono tutt’altro che conclusi. La pubblicazione della domanda in Gazzetta UE coincide infatti con l’inizio di un periodo di due mesi in cui è possibile presentare obiezioni, che la Commissione analizzerà. Poi deciderà.

Unanime la protesta del mondo produttivo italiano, spalleggiato in questo caso compattamente dalla politica.

«Il Ministero si è già opposto a questo riconoscimento – spiegano dal Mipaaf – e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di giustizia in casi analoghi».

Se, nonostante la contrarietà italiana, la procedura dovesse andare avanti, il nostro Paese ricorrerà certamente alla Corte di giustizia, dove è molto probabile che le istanze italiane vengano accolte.