Noce: consigli agronomici per produzioni di qualità

La nocicoltura moderna e specializzata presuppone l’adozione delle più recenti acquisizioni in materia di tecnica agronomica, peraltro già proprie della frutticoltura classica, con l’obiettivo di esaltare le performance bioagronomiche e produttive del frutteto massimizzando la redditività dell’investimento.

La nocicoltura mira alla realizzazione di impianti specializzati a densità medio-elevata, il cui numero di piante può raggiungere le 400 unità a ettaro, ricorrendo generalmente ad astoni di altezza compresa tra 150-250 cm o a materiale micropropagato, i cui costi risultano più competitivi rispetto al materiale innestato. Le piante di noce micropropagate generalmente sono più vigorose di quelle innestate, ma consentono di ottenere impianti più omogenei che meglio si adattano alla meccanizzazione.

I portinnesti utilizzati per la specie sono i franchi da seme (Juglans regia) che, sebbene garantiscono buona affinità con tutte le cultivar e una precoce entrata in produzione, richiedono una tecnica vivaistica più attenta a causa delle difficoltà nell’attecchimento, che si ripercuote inevitabilmente sul costo finale dell’astone. Recentemente, interessanti risultati emergono dall’impiego degli ibridi interspecifici (J. regia × J. hindsii) tipo Paradox, che rispetto ai franchi sono più tolleranti al virus del «Black Line».

La scelta varietale

Le varietà californiane a fruttificazione di tipo laterale, sono a oggi le più impiegate nei nuovi impianti. Chandler, Howard e Lara sono i genotipi maggiormente diffusi nei nuovi noceti italiani.

  • Chandler è caratterizzata da un’elevata produttività, germoglia precocemente, ma matura tardivamente. Si adatta a impianti a medio-alta densità. Il frutto ha una pezzatura medio-elevata con un gheriglio chiaro e globoso dal sapore dolce.
  • Howard è caratterizzata da una vigoria moderata, buona resa produttiva e maturazione più precoce rispetto a Chandler. I frutti presentano un gheriglio di grandi dimensioni, chiaro e di forma globosa.
  • Lara ha una fruttificazione laterale poco abbondante, germogliamento tardivo che limita i danni dalle gelate primaverili e maturazione precoce. Il frutto ha una pezzatura medio-elevata, guscio spesso, gheriglio chiaro, gusto dolce e delicato. A differenza degli americani, i genotipi francesi sono caratterizzati da germogliamento più tardivo, più adatti dunque agli ambienti caratterizzati da ritorni di freddo.
  • Franquette ha un frutto di pezzatura media, forma allungata e appuntita, di buona qualità e dal sapore aromatico. È caratterizzata da germogliamento e fioritura tardivi, poco suscettibile alla batteriosi.
  • Parisienne germoglia tardivamente e si caratterizza per la vigoria elevata. Si adatta anche a terreni poco fertili ed è tollerante alla batteriosi.

L’Italia vanta numerose varietà autoctone: Sorrento, Malizia, Bleggiana, Feltrina, Grossa di Volpara e San Giovanni sono le più conosciute.

  • Sorrento, tipica della penisola sorrentina, presenta un guscio chiaro, con gheriglio tenero e croccante, scarsamente oleoso e poco incline all’irrancidimento. Malizia presenta frutti medio-grandi, di forma allungata, guscio sottile, pallido e poco rugoso. Il gheriglio ha una colorazione biondo chiaro e ha un buon sapore.
  • Bleggiana, di origine trentina, è caratterizzata dal sapore dolce, speziato. Il frutto presenta solcature marcate, rilievi lungo la linea di sutura la cui chiusura è talvolta imperfetta. Il gheriglio è di colore chiaro.
  • Feltrina, diffusa in Veneto, Piemonte e Lombardia, presenta una buona resistenza al freddo e un gheriglio chiaro, con buone caratteristiche organolettiche.

Esigenze irrigue

Nonostante il noce sia una pianta rustica dotata di apparato radicale profondo, necessita di adeguati apporti irrigui, soprattutto nei mesi estivi poco piovosi e con temperature elevate. La carenza di acqua determina uno scadimento della qualità dei frutti più che una contrazione della pezzatura, mentre il corretto apporto irriguo consente di ottenere una precoce messa a frutto degli alberi e di incrementare la produttività riducendo il rischio dell’alternanza nel corso degli anni.

Nei noceti adulti specializzati, l’irrigazione localizzata (sprinkler) sembra il sistema più efficiente. I volumi irrigui annuali si aggirano tra 4.000 e 6.000 m3/ha, con restituzioni idriche a turni settimanali in funzione dell’evapotraspirazione.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 31/2020
Noce: consigli agronomici per produzioni di qualità
di M. Petriccione, A. Magri, P. Rega, G. Sorrenti
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