Sulla cimice asiatica buon controllo con triflumuron

cimice asiatica

La cimice marmorata asiatica Halyomorpha halys (Stål) (Rhynchota Pentatomidae) dal 2015 è causa di gravi e crescenti danni su numerose colture seminative, orticole e frutticole in particolare nelle regioni settentrionali.

Tutti i numerosi metodi di contrasto, inclusi gli insetticidi di sintesi chimica, soprattutto neurotossici a largo spettro d’azione, scarsa selettività e breve periodo di attività, si sono dimostrati insufficienti a contenerne i danni economici entro limiti accettabili.

Per valutare l’efficacia nel ridurre i danni da cimice asiatica e la persistenza (attività residuale) di triflumuron (Alsystin®), che in sostanza è l’unico CSI (Chitin synthesis inhibitors, inibitore della sintesi della chitina) ancora disponibile in Italia nel controllo della cimice, è stata condotta una sperimentazione in laboratorio e in campo, coinvolgendo nel 2019 12 aziende (14 frutteti: 10 pereti, 3 meleti e 1 pescheto) localizzate in 5 province di Emilia-Romagna e Veneto (Verona, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena).

Dalle prove di laboratorio è emerso che i residui di triflumuron mantengono un’attività insetticida nei confronti delle ninfe della cimice asiatica fino a 21 giorni dal trattamento.

L’aggiunta di triflumuron alle diverse strategie di difesa dalla cimice condotta nelle varie aziende, ha portato a una riduzione statisticamente significativa dei danni sui frutti, che sono passati dal 20,7% delle parcelle con strategia aziendale all’11,3% di quelle con triflumuron. In termini relativi questo si traduce in una riduzione dei frutti con danno del 45% nelle parcelle trattate con triflumuron rispetto alle parcelle aziendali.

Frutti danneggiati da cimice asiatica con e senza triflumuron

La selettività e la persistenza di questo inibitore della sintesi della chitina rispetto a piretroidi, esteri fosforici e neonicotinoidi potrebbero rivestire un certo interesse nel contesto di un approccio
integrato e territoriale al controllo della cimice asiatica.

Quando intervenire

Dal punto di vista operativo le applicazioni con triflumuron dovrebbero essere fatte quando si ha certezza della presenza della infestazione da cimice dentro il frutteto. Vale a dire che sono basilari campionamenti per verificare la presenza di uova e/o primi stadi preimmaginali attraverso campionamenti visivi o strumenti di cattura adatti, come trappole adesive, scuotimento meccanico o altre tecniche.

Il timing è dettato dalla fenologia della cimice, ma in genere potrebbe collocarsi intorno alla metà di giugno in presenza dei primi stadi di sviluppo in movimento su piante quasi complete (il prodotto infatti non è sistemico, ma trattenuto dalle cere). L’indagine ha anche confermato la relativa efficacia della strategia di difesa con gli insetticidi attualmente raccomandati. In tutte le aziende considerate sono stati rilevati danni a volte gravi nonostante i trattamenti canonici applicati come da indicazione dei disciplinari. Evidentemente questo dato obbliga ad affrontare la difesa dalla cimice in modo ampiamente integrato e su scala sia aziendale sia territoriale.

Polifagia, mobilità, prolificità, imprevedibilità e ridotta sensibilità agli insetticidi che caratterizzano H. halys creano molteplici problemi non facilmente superabili nelle singole colture, tanto meno in un territorio o comprensorio esteso che si configura come un mosaico di opportunità per la cimice. Le strategie adottate pertanto dovranno tenere conto di tecniche che anticipino/contrastino le incursioni nelle colture, prima di essere costretti a inseguire.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 18/2020
Sulla cimice asiatica buon controllo con triflumuron
di E. Pasqualini, L. Depalo, A. Lanzoni, A. Masetti
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