Orticoltura: il robot Dino muove i primi passi in Italia

Costruito dalla start-up francese Naïo Technologies di Escalquens, il robot Dino è stato il protagonista di una giornata dimostrativa che si è svolta il 22 settembre scorso a Castenaso (Bologna).

Il robot è importato in Italia dalla società AGRICO, fondata a Bologna nel 1977 e ora basata a Milano e distribuito, in esclusiva, sul nostro mercato in collaborazione con la rete di CAI (Consorzi Agrari d’Italia).

Durante l’evento Dino ha eseguito un’operazione di sarchiatura per il controllo meccanico delle infestanti su una coltivazione di lattuga, sotto gli occhi di un’ottantina di persone, a dimostrazione del grande interesse che queste nuove tecnologie stanno ottenendo anche nelle nostre campagne e su differenti coltivazioni.

“Dino – ha spiegato Riccardo Barsantini, direttore commerciale di AGRICO – è dotato di quattro motori elettrici che agiscono sulle ruote ed è fornito di una telecamera, posta anteriormente.  Tutti i movimenti del robot sono controllati tramite sistema gps compresi la regolazione e il posizionamento degli organi lavoranti, che agiscono seguendo la mappatura della coltura che va fatta al momento del trapianto. Il robot – ha specificato Barsantini – è dotato di una batteria al Litio di ultima generazione che garantisce un’autonomia di lavoro tra le 8 e le 10 ore“. Ovviamente il robot registra ogni suo movimento e raccoglie i dati di lavoro che possono essere conservati e usati nelle campagne successive.

La macchina dispone, inoltre, di sensori di blocco anteriori e posteriori nel caso un ostacolo dovesse entrare nel suo raggio d’azione durante il lavoro, che può essere svolto ad una velocità massima di 4 Km/ora. Il peso del robot è di 1,2 tonnellate.

“Per il momento l’impiego di Dino è limitato agli ortaggi a foglia larga in pieno campo – ha sottolineato Serena Selvetti, responsabile Agricoltura 4.0 di CAI – ma l’obiettivo dei prossimi aggiornamenti è quello di dotare il robot di telecamera per il riconoscimento delle erbe infestanti rispetto alla coltura e poter effettuare anche il diserbo meccanico sulla fila e non solo tra le file come avviene ora. Dino – ha continuato Selvetti – è un “cantiere” in continuo aggiornamento anche sul fronte della possibilità di dotarlo, grazie al portattrezzi, di altri utensili per eseguire differenti lavorazioni. A fine giornata – ha concluso la responsabile Agricoltura 4.0 di CAI – sono state una decina le aziende che hanno chiesto di testare il robot sui loro terreni”.

Dino appartiene ad una famiglia formata da tre robot, tutti costruiti da Naïo Technologies; gli altri due si chiamano Oz e Ted. Il primo è progettato per lavorare in serra nelle aziende orticole, l’altro è un modello di grandi dimensioni , con struttura scavallante per impiego in diverse operazioni in vigneto; è molto probabile che tra qualche mese anche loro siano presentati in Italia.

Marco Limina