Mais in Italy: quando investire in campo ripaga in energia

«Se vogliamo continuare a produrre mais in Italia dobbiamo affidarci all’innovazione tecnologica sotto tutte le sue forme, dalle applicazioni prettamente agronomiche come la semina a rateo variabile passando per la fertilizzazione e la genetica innovativa per arrivare ad un monitoraggio approfondito delle performance aziendali che indichi il giusto bilanciamento tra investimenti e costi».
Con queste parole Ivan Furlanetto, direttore dell’azienda agricola Sant’Ilario (Mira, Venezia) ha aperto, lo scorso 15 novembre presso la stessa sede aziendale, la giornata di presentazione dei risultati del 3° anno di applicazione del protocollo “Mais in Italy” dedicato all’energia dal trinciato.
L’azienda Sant’Ilario, infatti, coltiva mais anche per la produzione di biogas avvalendosi di tecnologie di precision farming come mappe di prescrizione, guida satellitare, rateo variabile e irrigazione di precisione.
Il concetto di base, che non bisogna aver paura di investire se poi si ottengono i risultati produttivi e qualitativi, rientra appieno nel protocollo messo a punto da Syngenta assieme a Cifo e Plastic Puglia per massimizzare la produzione di biogas dal trinciato di mais puntando su genetica, nutrizione e irrigazione.

Il team del protocollo “Mais in Italy, energia dal trinciato”. Da sinistra: Francesco Scrano, Mirko D’Angelo (Cifo), Ivan Furlanetto, Enzo Barbujani (Cifo), Massimo Andreotti. In basso, Emanuele Zanetti (Syngenta).

Il protocollo 2019 punto per punto

Gli ibridi in campo a Mira nel 2019 sono stati due: Sy Hydro (132 giorni protetto in concia con Force 20CS e Celest XL) e Sy Gladius (135 gg protetto in concia con Celest IV).
La semina è iniziata il 3 aprile e ha visto l’utilizzo di Force Ultra per la protezione del seme dagli attacchi di elateridi e diabrotica (7 kg/ha), Foxter 5.20 (Cifo) applicato con un kit specifico per la distribuzione localizzata sul seme (40 kg/ha) per favorire la pronta emergenza delle plantule e una migliore radicazione e Lumax in post emergenza precoce (4 L/ha) utilizzando barre con ugelli antideriva.

I due ibridi sono stati seminati su una superficie di circa 10 ettari con densità di semina variabile (7,5; 8 e 10 piante/m²) sulla base delle indicazioni delle mappe di prescrizione.
Il 29 giugno sono state installate le ali gocciolanti leggere Aquatape di Plastic Puglia (gocciolatore a labirinto continuo, diametro 22 mm, spessore 8 mm, distanza gocciolatori 40 cm, portata 1,2 L/ora) posate ed interrate alla profondità di 3-5 cm, suddividendo l’appezzamento in due settori.
Gli apporti nutrizionali sono stati modulati in base alla densità di semina; sono state apportate comunque 202 unità di N rispetto alle 280 pianificate per limitazioni legate all’andamento climatico.

Sul fronte della protezione fungicida, supporto al vigore della coltura e protezione dalla piralide i prodotti utilizzati sono stati Quilt Xcel (1 L/ha) e Ampligo (0,3 L/ha) di Syngenta, che hanno sostenuto la fisiologia delle piante e protetto dagli attacchi di piralide (interventi effettuati il 23 luglio). La coltura ha anche ricevuto un trattamento biostimolante con Sinergon Plus a 3 L/ha (Cifo) per incrementare il contenuto di amido a cui è stato aggiunto il K+S 64 (4 kg/ha) volto ancora ad aumentare contenuto in amido.

La raccolta, decisa con le indicazioni del SSD Farmshots di Syngenta è stata effettuata il 28 agosto con trincia equipaggiata con NIR.

«I risultati (vedi tabella 1) evidenziano come, nonostante la siccità a marzo, il freddo ad aprile unito alle alle elevate piogge di maggio e le temperature caldissime a giugno, luglio e agosto, il protocollo abbia determinato rese, e quindi una produzione di metano, decisamente più elevate rispetto allo standard aziendale» ha evidenziato il responsabile marketing di Syngenta Francesco Scrano.
Oltre a questo, l’esperienza 2019 ha dimostrato anche come la semina a densità variabile livelli verso l’alto la performance produttiva ma anche, come affermato da Massimo Andreotti, responsabile agronomico e sales support Italia di Cifo «la rivisitazione intelligente della nutrizione non pregiudica le rese del mais, ma anzi ne salvaguarda il profitto».

 

Lorenzo Andreotti