K-Adriatica e Agroalimentare Sud si fondono

KAdriatica e Agroalimentare SUDK-Adriatica Spa e Agroalimentare Sud si fondono dando vita al polo italiano per una produzione sempre più ecosostenibile di fertilizzanti.

K-Adriatica, con sede a Loreo (Rovigo), è specializzata da oltre 50 anni nello sviluppo di fertilizzanti e soluzioni (nutrizionali) per la nutrizione delle piante. Agroalimentare Sud, con sede a San Nicola di Melfi (Potenza) è focalizzata in programmi di miglioramento genetico vegetale, nella trasformazione dell’orzo distico in malto da birra e nella produzione di alimenti funzionali. K-Adriatica incorporando Agroalimentare Sud, già controllata dal 2009, rafforza la sua impronta innovativa, e punta a sviluppare nuove soluzioni per una agricoltura sostenibile.

Attualmente K-Adriatica dispone di 4 impianti di produzione: 2 in Veneto a Loreo e Ponso (Pd), uno a Noicattaro (Ba) e uno in Croazia. Le filiali commerciali sono 6: Croazia, Grecia, Marocco, Cile, Cina e Sud Africa aperta nel 2020, con distributori in oltre 70 Paesi.

Le prossime aperture di filiali saranno in Turchia e California entro il prossimo anno.

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Sede di K-Adriatica a Loreo (RO)

Perché K-Adriatica Spa e Agroalimentare Sud si fondono

Giovanni Toffoli, amministratore delegato di K-Adriatica

K-Adriatica Spa e Agroalimentare Sud si fondono, ma trattandosi di una incorporazione sarà il fatturato di K-Adriatica a crescere 128 milioni di euro, previsti per il 2021, con 150 dipendenti.

“L’operazione – precisa Giovanni Toffoli, amministratore delegato di K-Adriatica – ci consente di essere un punto di riferimento  dell’agricoltura italiana e mondiale. Il nuovo team di ricerca sarà costituito dall’unità operativa di Lodi – presso il PTP Science Park – e dai tecnologi alimentare e biotecnologi di Melfi. Questo gruppo di lavoro si affiancherà ai formulatori di K-Adriatica per sviluppare nuove soluzioni. L’obiettivo è di trasformare gli scarti di produzione della malteria in nuove ed efficaci soluzioni nutrizionali.”

Mercato dei fertilizzanti

Secondo Assofertilizzanti il mercato italiano dei fertilizzanti vale circa 1 miliardo di euro: 70% ascrivibile ai fertilizzanti minerali e 30% a quelli a base organica. Nel corso del primo semestre 2020, evidenzia lo studio di Assofertilizzanti, l’andamento dei consumi è stato in linea con il corrispondente periodo del 2019. Da gennaio a giugno 2020, rispetto allo stesso periodo 2019, si registra flessione dello 0,2% della distribuzione totale (da 1.730.558 t a 1.726.658 t).

Trend positivo per i concimi: idrosolubili (+10,6%), minerali semplici (+2,3%) e organo-minerali azotati semplici (+11,2%).

I concimi fluidi hanno registrato un moderato calo (-3,8%). Il mercato dei biostimolanti invece è stimato in crescita da 2 a 3 miliardi di dollari dal 2020 al 2021.

Secondo Assofertilizzanti, la mappa geografica della distribuzione dei fertilizzanti in Italia si mantiene in linea con i dati degli anni precedenti: circa il 65% è destinato alle regioni settentrionali, il 15% a quelle centrali e il 20% al Mezzogiorno. In Italia le aziende con impianti di produzione di concimi minerali sono tendenzialmente realtà consolidate e di grandi dimensioni. Piccole e medie imprese vivaci e proattive caratterizzano, invece, il settore dei concimi specialistici, degli organici e degli organominerali.