Aggregazione: prosegue il confronto interno al Cda di cantina di Custoza

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Prosegue il dialogo interno alla cantina di Custoza in merito al progetto di aggregazione con la cantina sociale Valpantena, dopo la battuta di arresto dettata dall’esito del voto dell’assemblea dei soci di Custoza lo scorso 11 dicembre.

La vicenda è iniziata il 30 ottobre, quando il consiglio di amministrazione della cantina di Custoza ha approvato il piano di fusione per incorporazione alla cantina Valpantena, presentato dal presidente Giovanni Fagiuoli, con 10 voti favorevoli e 5 contrari.

Nuovamente il 3 novembre, durante un secondo consiglio, i 5 consiglieri contrari (Matteo Birolli, Nicola Bresaola, Giulio Fenu, Gianni Moschini e Alessandro Pignatti Morano) hanno ribadito la loro posizione, tuttavia il consiglio aveva comunque deciso di convocare per l’11 dicembre l’assemblea dei soci, alla quale spetta la decisione finale.

All’assemblea, su 179 aventi diritto, hanno votato 157 soci, pertanto, considerando che per l’approvazione dell’incorporazione è necessaria una maggioranza di almeno 2/3, il fronte del “sì” avrebbe dovuto schierare 105 soci, mentre la conta si è fermata a 89, altri 66 soci hanno bocciato l’operazione e 2 si sono astenuti.

I motivi del no

Parte dell’assemblea ha quindi condiviso le posizioni che i 5 consiglieri contrari alla fusione avevano illustrato inviando, lo scorso 26 novembre, una lettera a tutti i soci.

I 5 consiglieri partono dal presupposto, enunciato nella lettera, che la cantina di Custoza è sana e “non ha necessità immediate di realizzare la fusione. Dobbiamo difendere la nostra storia, la nostra identità, il nostro lavoro e i nostri sacrifici”.

La fusione per incorporazione invece “stabilisce la fine della Cantina di Custoza sottoponendola a condizioni di totale subordinazione. Non è una fusione alla pari. Per entrare al 30% nella Cantina Valpantena i soci di Custoza debbono pagare oltre 4 milioni e mezzo di euro”.

La lettera continua esaminando gli equilibri nel consiglio di amministrazione in quella che dovrebbe essere la nuova realtà: “Il rapporto di 8+2 (consiglieri per la cantina Valpantena n.d.r.), contro 5 (consiglieri per la cantina di Custoza n.d.r) indica chi comanderà in futuro” inoltre è previsto che “il presidente del Cda sia preferibilmente espressione dei soci Valpantena”.

Per questo i 5 consiglieri chiedono di valutare meglio il progetto e di esaminare anche altre possibili opzioni di aggregazione.

10 punti per proseguire le trattative

In ogni caso lo scorso 5 gennaio si è svolta una prima teleconferenza tra i consiglieri della cantina di Custoza, sulla base di un elenco in 10 punti, posti come essenziali per riprendere i contatti con Valpantena.

I contenuti salienti dell’elenco sono la difesa dell’autonomia della Cantina di Custoza, valutando ipotesi come la costituzione di una cooperativa di secondo grado, la collaborazione mediante accordo di rete o nel caso di fusione, prevedendo specifiche clausole di salvaguardia della componente Custoza nel funzionamento del Cda della nuova realtà e il mantenimento del nome Cantina di Custoza.

Altri elementi da sottoporre all’attenzione del Cda di Cantina Valpantena per proseguire le trattative sono la formulazione dello statuto, del piano industriale e finanziario della nuova cantina in modo condiviso e partecipato e la definizione di precisi obiettivi di commercializzazione e valorizzazione delle denominazioni Custoza, Bardolino e Garda.

A.B.