L’attuale condizione del settore olivicolo rende necessario e strategico procedere verso un ammodernamento delle aziende e una maggiore apertura alle nuove tecnologie disponibili sul mercato, al fine di garantire la salvaguardia della redditività della coltura (riduzione dei costi gestionali) e contrastare l’abbandono del territorio (mantenimento della coltura).
Analisi dei costi di produzione
L’analisi riportata in questo articolo ed effettuata dal CREA – Centro di ricerca Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari Monterotondo (Roma), prende in considerazione i costi medi di gestione delle tre tipologie di oliveto (tradizionale, intensivo e superintensivo) in piena produzione. I principali parametri tecnici ed economici adottati per lo sviluppo dell’analisi economica sono riportati in tabella 1.

La finalità dello studio è stata quella di valutare la variazione del livello dei costi di produzione e, conseguentemente, del punto di pareggio economico (break-even point) in funzione di possibili consistenti variazioni stagionali nella produzione di olive.
Gli scenari analizzati sono stati identificati in modo esemplificativo in funzione dell’intensità di meccanizzazione adottata e della tipologia di oliveto caratterizzato da una diversa densità d’impianto.
Ripartizione dei costi medi
La ripartizione dei costi medi calcolati per la gestione annuale degli oliveti, fino alla produzione finale di olio, è graficamente riportata nel grafico 1. Nell’analisi non sono compresi i costi per l’eventuale processo di imbottigliamento e commercializzazione del prodotto.

La voce di costo più rilevante per gli scenari considerati è quella relativa all’operazione di potatura annuale che mediamente incide da un minimo del 14% (scenario C) a un massimo del 49% (scenario B). Seguono le spese di raccolta che incidono da un minimo del 11% per lo scenario C a un massimo del 27% per lo scenario A. Le spese di molitura variano da minimo del 12% (scenario A) a un massimo del 26% (scenario C), crescenti in funzione della produzione per ettaro ottenuta.
- Scenario A: tradizionale con 200 piante/ha, basso livello di meccanizzazione.
- Scenario B: intensivo con 400 piante/ha, meccanizzazione intermedia.
- Scenario C: superintensivo con 1.600 piante/ha, meccanizzazione avanzata.
Analisi di sensitività

Nel grafico 3 viene rappresenta un’analisi di sensitività relativa alla stima del guadagno o della perdita di gestione dell’oliveto, sempre in funzione della variazione percentuale di produzione.
Il prezzo inferiore (8 euro/kg) è stato associato allo scenario C, ciò tenuto conto delle più alte produzioni ottenute, delle varietà impiegate e della qualità generalmente inferiore del prodotto ottenuto, mentre, il prezzo più alto (10 euro/kg) è stato associato agli scenari A e B che ottengono, in linea di massima, un prodotto di maggiore qualità.

Il risultato finale è che, nelle condizioni medie ipotizzate, lo scenario A presenta costi di produzione complessivi praticamente uguali al prezzo di mercato, mostrando un esiguo margine positivo di 0,11 euro/kg, che corrisponde praticamente anche al suo punto di pareggio (break-even point) tra ricavi e costi di produzione. Gli altri due scenari presentano margini superiori. Lo scenario B presenta un guadagno di 1,69 euro/kg, mostrando il suo punto di pareggio in corrispondenza di produzioni ridotte del 20%, mentre lo scenario C, nonostante il prezzo di mercato più basso, presenta un margine positivo di 2,94 euro/kg.
Utile proporzionale alla meccanizzazione
I risultati ottenuti confermano una tendenza generale: all’aumentare del livello di meccanizzazione nelle operazioni di potatura e raccolta cresce la sostenibilità economica dell’oliveto.

Lo scenario C, relativo al sistema superintensivo che consente un’elevata meccanizzazione soprattutto nella raccolta, pur generando un prodotto di qualità leggermente inferiore e quindi di minor valore commerciale, mantiene comunque il margine economico più elevato rispetto agli altri casi.
Lo scenario B fornisce risultati soddisfacenti, evidenziando la capacità di garantire margini positivi anche in presenza di rese produttive molto ridotte.
Al contrario, lo scenario A si conferma il meno sostenibile economicamente: il margine di convenienza è minimo e risulta estremamente vulnerabile sia alle oscillazioni di mercato del prezzo dell’olio sia alla variabilità produttiva legata alla stagionalità.
Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 32/2025
Meccanizzazione dell’oliveto chiave per la redditività
di G. Sperandio
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