Nord Italia martoriato dal maltempo

Il nostro Paese vede una situazione meteo letteralmente spaccata in due, se il Sud brucia, al Nord è allarme maltempo con 151 eventi estremi che si sono abbattuti sul territorio solo a cavallo tra 15 e 18 maggio, tra nubifragi, grandinate e anche gelate.

Nel Nord Italia le tante perturbazioni hanno causato gravi danni alle coltivazioni e alle strutture, peggiorati anche dalle frane. Secondo Coldiretti le colture colpite sono grano, soia, ortaggi, frutta e vigne, a preoccupare è anche l’impossibilità di accedere ai terreni per effettuare le semine di mais e riso.

L’agricoltura – secondo stime Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici e ha subito danni, provocati dalla siccità e maltempo, per oltre 6 miliardi di euro nel 2023.

Alluvioni in Veneto

E’ grave il bilancio dei danni all’agricoltura veneta: campi allagati nelle province da Treviso a Verona passando per Padova e Vicenza fino al territorio veneziano. Sono nell’ordine decine di migliaia gli ettari di terreni agricoli finiti sott’acqua, da sud a nord della regione. Bombe d’acqua hanno ingrossato anche i fiumi, provocando smottamenti, frane, crolli di argini che hanno trascinato detriti e fanghi su frutteti e vigneti e campi coltivati.

Formulare delle stime in questi casi è sempre difficile perché i fattori da considerare sono numerosi, spiegano gli esperti di Coldiretti ma per il settore primario  l’ordine dei danni è di alcuni milioni di euro. Questo senza considerare i danni indiretti che in seguito alle abbondanti precipitazioni causano malattie e fitopatie alle piante con ulteriore aggravio di perdita di produzione, e i costi che le aziende agricole dovranno sostenere per il ripristino dei terreni e le risemine. L’unica soluzione è la risemina della stessa o di altre colture. Il frumento in questa fase ha più resistenza, ma dipende sempre da quando l’acqua se ne andrà e come proseguirà la stagione. Possiamo ipotizzare una perdita media del 30% delle  principali coltivazioni dopo il maltempo del 16 e 17 maggio, con percentuali più marcate, per l’appunto su mais, soia e prodotti orticoli come cocomeri, meloni, zucche, zucchine, patate  pomodoro.

“I Consorzi di Bonifica – ha affermato Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto, l’associazione dei consorzi di bonifica che gestiscono la rete minore dei corsi d’acqua della Regione – confermano che le idrovore si sono dovute fermare per l’impossibilità di scaricare l’acqua nei fiumi anch’essi al limite, questo ha comportato allagamenti temporanei alle campagne”.

“Con picchi di oltre 230 mm di pioggia in 24 ore – ha proseguito Cazzaro – si sono verificati anche sfondamenti arginali sulla rete regionale, soprattutto nel Vicentino e nella Bassa Padovana, per sifonamenti dovuti dalla fauna selvatica”.

Gelate in Trentino

Il Trentino è stato colpito da abbassamenti termici importanti nelle ultime settimane del mese di aprile, dove le temperature hanno toccato punte di -4,0 °C in alta Val di Non; nelle notti tra il 19, 20, 21 e, in particolare, 25 aprile anche in Vallagarina si sono registrate temperature inferiori allo zero di qualche grado. Come emerso dall’analisi condotta dagli esperti di Radarmeteo e Hypermeteo, l’ondata di gelo ha colpito praticamente l’intero territorio provinciale.

Marica Sartori, direttore di Co.Di.Pr.A., ha confermato possibili danni ai ciliegi, che si trovavano in una fase fenologica delicata, in particolare nella zona dell’Alta Val di Non. L’entità dei danni sarà valutabile solo al termine della cascola. Per la vite, si ritiene improbabile che gli eventi atmosferici abbiano causato danni significativi, ad eccezione di limitati e contenuti areali situati in particolari avvallamenti. La situazione delle mele potrà essere valutata con precisione solo alla conclusione della fase della cascola fisiologica delle piante ed accrescimento dei frutti.

Tuttavia, negli areali del fondovalle, la Val d’Adige, le Valli del Sarca e la Valsugana la situazione è positiva si riscontrano possibili danni minimi e limitati. Nelle aree di collina della Valsugana, Bleggio, Lomaso e Val di Cavedine, eventuali danni dovrebbero concentrarsi esclusivamente nelle zone pianeggianti più fredde o negli avvallamenti “laghi”.

In Val di Non e Val di Sole la situazione è diversificata tra le diverse zone territoriali e dipende in parte anche dal diverso stadio fenologico della coltura al momento della gelata. Nei pianori e negli avvallamenti, in particolare quelli posti a quote superiori ai 500 metri sul livello del mare, dove si sono verificati abbassamenti termici più significativi, potrebbero emergere le criticità maggiori.

Pioggia e grandine in Emilia Romagna

Il maltempo degli ultimi giorni ha colpito in maniera pesante il territorio forlivese e Condifesa Romagna ha avviato il monitoraggio degli effetti del meteo avverso sulle produzioni agricole. Pioggia intensa, con valori tipici dei climi tropicali, e violente grandinate hanno colpito la fascia nord del comprensorio forlivese, quella che confina con il Faentino e il Ravennate.

Campi e strade completamente ricoperti dal ghiaccio tra Lugo, Cotignola e Bagnacavallo con danni importanti a frutteti (albicocche, ciliegie, kiwi e pesche) e vigneti, in particolare nelle zone di Barbiano, Villa Prati e Mezzano di Ravenna. Danneggiati anche sementiere, foraggi e cereali.

Nella zona di Imola, in particolare a Mordano danneggiate vite, pesche nettarine, kiwi e pere.

Negli ultimi 5 giorni (13-17 maggio), nella parte settentrionale del comune di Forlì, tra Villafranca e Barisano, si sono registrati oltre 60 mm di precipitazioni. Nella zona più a sud si arriva attorno ai 35, mentre poco o niente nel Cesenate (a esclusione di Cesenatico) e nel Riminese.

Nel Ravennate si sono registrati allagamenti e grandinate diffuse e persistenti. Nel mese di maggio, a Forlì abbiamo valori di pioggia di quasi 180 mm all’ora. contro un valore medio storico di 40/60 mm all’ora in caso di temporale forte.

Nel Piacentino Confagricoltura segnala bombe d’acqua e grandinate un po’ tutta la provincia.  A Calendasco i campi di pomodoro sono completamente allagati e tra Alseno e Fiorenzuola quest’anno da gennaio a maggio sono caduti 580 millimetri di acqua: il quantitativo che negli altri anni cadeva in tutto l’anno. Il risultato è frumento allettato, campi di mais allagati, forse da riseminare, agrofarmaci e ammendanti dilavati.

In Val Tidone è un disastro: pioggia e vento hanno spezzato le viti di due anni che dal prossimo anno sarebbero entrate in produzione. Diversi viticoltori della zona temono per gli attacchi dei parassiti dopo le intense piogge che non consentiranno per alcuni giorni di entrare nei campi e chiedono siano resi possibili dei trattamenti in deroga.

Lombardia

Situazione molto grave anche in Lombardia con campi di grano e mais sommersi oltre a soia, zucche, meloni vicini alla raccolta. semine in tilt per mais e riso, con il pericolo di doverle abbandonare del tutto se le condizioni meteo dovessero perdurare. Ma ci sono anche orzo e frumento a rischio asfissia, prati danneggiati dalla troppa pioggia e trapianti di pomodoro bloccati. Danni anche alla produzione di foraggio per gli animali.

Frane si registrano in molte zone della regione, con la terra che ha invaso campi e vigneti.