Dopo Covid-19 e gelate arriva la grandine

Grandine senza fine sull’Italia con campi di mais, grano e fagioli devastati, frutteti, stalle e serre colpiti con il conto dei danni che sale a milioni di euro con prati e colture ricoperte dai chicchi di ghiaccio come se fosse una nevicata d’inverno invece che quasi alle porte dell’estate. Una primavera cominciata all’insegna delle gelate e proseguita peggio.

Il monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che ha colpito un po’ tutte le regioni è desolante.

Nella provincia piemontese di Cuneo a pagare il conto più alto sono stati i campi di mais, quelli di cereali e i fagioli, mentre il frumento è stato spianato dal vento che ha scoperchiato stalle e fatto letteralmente esplodere i teli di copertura delle serre. In provincia di Alessandria nella zona di Tortona la tempesta ha sradicato alberi.

In Lombardia nella provincia di Bergamo il bombardamento di ghiaccio – sottolinea la Coldiretti – ha colpito la Valle Seriana, fra Nembro, Gazzaniga, Albino, e Alzano Lombardo, e la Valle Imagna con una sassaiola di grandine talmente intensa che sembrava fosse nevicato, azzerando il raccolto del fieno e arrivando a distruggere nelle aziende agricole fino al 90% della frutta sugli alberi dalle pesche alle albicocche, dalle pere alle ciliegie.

Si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito dalla Lombardia al Veneto, fino alla Puglia, in una maledetta primavera che secondo ha fatto perdere lungo la Penisola più un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine (per le quali si stima un calo della produzione del 28%) fino alle albicocche, più che dimezzate rispetto allo scorso anno.

ll lavoro di un anno perso in una manciata di minuti di furia meteorologica.