Dazi Usa: e adesso che succede?

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Quello che tutti, in Europa, temevano è accaduto: la Wto ha dato il via libera agli Usa per applicare dazi per 7,5 miliardi di dollari alle importazioni dall’Ue e ora si aspetta solo di sapere se la lista dei prodotti colpiti resterà quella attuale o verrà modificata.

Secondo le stime di Nomisma, su un totale di import agroalimentare negli Usa di origine italiana che nel 2018 è stato di 5,48 miliardi di dollari l’ammontare che viene interessato dai nuovi dazi è di circa 482 milioni di dollari, cioè il 9%.

Ma, al di là della lista dei prodotti sotto tiro, quali sono i possibili sviluppi della vicenda?

L’ipotesi più favorevole è che il presidente Trump sospenda l’applicazione dei dazi e si sieda al tavolo dei negoziati. In fondo l’ha già fatto nel caso delle automobili europee.

La seconda possibilità è che parta con le tariffe maggiorate e poi chieda di trattare, per costringere l’Ue a negoziare «con la pistola alla tempia».

In questo caso i produttori europei comincerebbero subito a subire i contraccolpi di questo ostacolo all’export e qui si inserisce il discorso dei possibili aiuti dall’Ue.

Per compensare almeno in parte i danni subiti nella disputa con la Cina dai farmers americani, soprattutto i produttori di cereali e soia, Trump ha «staccato un assegno» da 16 miliardi di dollari: Bruxelles dovrebbe seguire la stessa strada, ma deve anche trovare i fondi in un bilancio sempre più avaro.

Per applicare eventuali controdazi europei bisognerà attendere la nuova decisione della Wto nella prossima primavera, ma in ogni caso questo non alleggerirebbe la situazione dei nostri produttori.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 38/2019
La guerra dei dazi parte dagli aerei ma finisce nei campi
di A. Di Mambro
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