Covid, nei campi torna l’emergenza manodopera

Sta per iniziare la campagna produttiva 2021 e per le aziende agricole italiane, dato il perdurare dell’emergenza Covid, si ripropone il problema della disponibilità di manodopera che ha caratterizzato buona parte del 2020. Le problematiche sono le stesse di un anno fa, a partire dall’assenza di una significativa quota di lavoratori stranieri normalmente impiegati in attività agricole stagionali. Molti di loro sono ripartiti nel corso del 2020 verso i Paesi d’origine per sfuggire alla pandemia e non sono più tornati, mentre altri non riescono a entrare in Italia a causa dei blocchi alle frontiere.

Lo scorso anno, soprattutto dopo l’inizio dell’emergenza, gli allarmi del comparto agricolo sulla manodopera agricola, e segnatamente su quella di provenienza straniera, hanno trovato soluzioni solo parziali e alcune proposte non hanno avuto una concreta attuazione.
Per dare adeguate risposte alle necessità delle imprese agricole sarebbe importante, per esempio, qualora perdurasse lo stato di emergenza, rinnovare ulteriormente la proroga di titoli e permessi di soggiorno dei cittadini extracomunitari aventi scadenza fino al prossimo 30 aprile.

Appare inoltre fondamentale l’attuazione di provvedimenti come il cosiddetto decreto-flussi e della sanatoria voluta dall’ex ministro delle politiche agricole, Teresa Bellanova.
Al momento l’assegnazione delle quote di lavoratori extracomunitari stagionali previste dal decreto-flussi 2020, uscito in ritardo a ottobre scorso rispetto ai consueti tempi (febbraio-marzo), procede a rilento, salvo in alcuni territori, come ad esempio Bolzano, anche a causa delle modalità di lavoro degli uffici pubblici. Per il 2021 non è ancora stata preannunciata l’adozione del nuovo decreto per l’assegnazione di ulteriori quote, nonostante le richieste provenienti dal mondo agricolo.

Per quanto riguarda la regolarizzazione dei lavoratori italiani e stranieri impiegati in agricoltura, la stragrande maggioranza delle domande non è ancora stata esaminata dalle Prefetture. Inoltre i contratti per lavoro stagionale instaurati a seguito della presentazione dell’istanza di regolarizzazione hanno già esaurito la loro durata naturale senza che l’iter amministrativo di regolarizzazione sia stato concluso, con conseguente incertezza sia per i lavoratori e sia per i datori di lavoro che vorrebbero assumerli o riassumerli. Si tratta di 30.000 lavoratori già presenti e dichiarati che vanno messi nella condizione di continuare a lavorare regolarmente nel più breve tempo possibile.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 10/2021
La pandemia prosegue, nei campi si rinnova il problema manodopera
di T. Pagano
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