Contro il caporalato, via a «Rural Social ACT»

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Cia-Agricoltori Italiani ha presentato oggi a Roma presso la propria sede il progetto «Rural Social ACT», che si inserisce nel Piano triennale di contrasto al caporalato, in attuazione della legge 199/2016, finanziato dal Fondo Fami e dal Ministero del lavoro, supportato dal Forum nazionale agricoltura sociale, che vede l’Organizzazione sindacale come capofila, insieme a 30 partner, tra Reti nazionali, cooperative, consorzi, Ong e associazioni. Tutti uniti per attivare politiche e azioni comuni contro il lavoro nero, promuovendo la Rete del lavoro agricolo di qualità e valorizzando il ruolo dell’agricoltura sociale, come esempio di sviluppo territoriale che unisce sostenibilità economica e legalità, inclusione, qualità, capace di contrastare il caporalato e arginare le agromafie, sviluppando filiere etiche e innovative forme di distribuzione.

«Rural Social ACT» sarà attivato in 12 regioni del Centro-nord (Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio) e 17 saranno le aree territoriali in cui verranno istituite le unità mobili, che agiranno insieme agli sportelli informativi di Cia, per favorire l’emersione e la presa in carico di persone in condizioni di sfruttamento lavorativo, offrendo supporto e consulenza alle vittime del caporalato, grazie a una equipe multidisciplinare (mediatore linguistico-culturale, agente di sviluppo territoriale, operatore sociale).

Le aspettative concrete, nell’immediato, sono di 240 cittadini di Paesi terzi coinvolti nel progetto direttamente e 1.000 indirettamente, 150 imprese agricole impegnate sui territori e 100.000 persone raggiunte con la rete di collaborazione tra i partner, che sono stati scelti proprio per la loro capacità di essere trasversali e complementari in termini di competenze e di saperi.