Bando per la ricerca sul biologico: dal Mipaaf i chiarimenti

Sono state pubblicate sul sito del Ministero delle politiche agricole, le FAQ contenenti diversi chiarimenti e precisazioni sul bando dedicato ai progetti di ricerca per l’agricoltura biologica.

Entro 45 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta lo scorso 7 gennaio (cioè entro il 22 febbraio alle ore 16) le Università e gli Enti pubblici dovranno presentare i propri progetti.

A disposizione ci sono 4,2 milioni di euro, con una copertura fino al 90% della spesa ammessa a finanziamento, sino ad un massimo di 300.000 euro a progetto.

«I progetti di ricerca devono tendere al consolidamento e allo sviluppo del settore e, attraverso il coinvolgimento obbligatorio sin dal primo momento di almeno una azienda agricola biologica, avere una applicazione concreta dei risultati sulle realtà produttive» ha detto il sottosegretario alle politiche agricole, Giuseppe L’Abbate.
«L’obiettivo – proseguito – è quello di fare innovazione e permettere alle nostre imprese di creare valore aggiunto. Il Ministero è a disposizione per chiarimenti e delucidazioni funzionali alla partecipazione al bando».

Sono 8 le tematiche di ricerca su cui potranno essere incentrati i progetti che dovranno avere una durata non superiore ai 36 mesi:

  • miglioramento genetico,
  • riduzione degli input esterni,
  • trasformazione dei prodotti,
  • florovivaismo,
  • piante officinali e piante aromatiche,
  • agroecologia,
  • meccanizzazione,
  • sviluppo sostenibile del territorio e tutela ambientale, forestale e paesaggistica.

I terreni coltivati con metodo biologico nell’Ue sono aumentati di 800.000 ettari dal 2018 al 2019 e oggi coprono l’8,5% della superficie agricola dell’Unione. Dal 2012 al 2019 le terre a bio nell’Ue a 27 sono cresciute del 46%, e in Italia del 70,7%.

Il nostro Paese ha percentuali tra le più alte di biologico sul totale delle superfici agricole (15,2%), è eguagliata dalla Croazia e superata da Austria (25,3%), Estonia (22,3%) e Svezia (20,4%). Quanto ai valori assoluti, l’Italia, con poco meno di 2 milioni di ettari, viene dopo Spagna (2,3 milioni) e Francia (2,2 milioni) e prima della Germania (1,3 milioni).