Alla Commissione UE non piacciono più dop e igp?

Prodotti dop e igp

Da Bruxelles arrivano segnali preoccupanti sul futuro delle indicazioni protette, dop e igp, nell’Unione europea.

In primo piano c’è la vicenda Prosek, il cui esito è tutto ancora da scrivere ma che allarma soprattutto per le motivazioni con cui Janusz Wojciechowski ha giustificato la scelta di non bocciare subito la richiesta croata. Secondo il commissario, Prosecco e Prosek sono prodotti diversi e quindi non c’è pericolo che il consumatore faccia confusione.
Un bel cambio di rotta rispetto al passato.

C’è poi la strategia complessiva dell’Ue di «semplificazione» in arrivo sulle dop e igp che ha già suscitato una levata di scudi da parte di tutte le associazioni dei produttori e dei territori delle indicazioni geografiche europee.

L’aspetto più preoccupante della proposta, che sarà formalizzata nei primi mesi del 2022, è quello dello spostamento delle competenze su dop e igp dalla Direzione Agricoltura (Dg Agri) all’Ufficio marchi dell’Ue (Euipo), con sede ad Alicante, in Spagna.

Così facendo si indebolirebbe quella che era una delle particolarità più importanti del sistema di protezione Ue, cioè il legame forte tra la denominazione (marchio di proprietà intellettuale) e lo sviluppo rurale e locale.

Ecco perché il settore delle indicazioni geografiche, rappresentato dalle Regioni (Arepo), i produttori di vino (Efow) e l’ufficio europeo dell’Alleanza mondiale dei consorzi, OriGIn, ha reagito con un comunicato congiunto, chiedendo alla Commissione europea di «abbandonare le proposte che indebolirebbero la politica delle ig dell’Ue» e «una riforma ambiziosa che rafforzi le indicazioni geografiche all’interno della strategia Farm to Fork».

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 39/2021
Dop e igp non piacciono più alla Commissione?
di A. Di Mambro
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale