Il diritto di riparare il trattore da sé

La tendenza a concentrare i concessionari sul territorio, da un lato, e la crescente complessità tecnologica delle macchine e attrezzature agricole, dall’altro, sta infastidendo molti agricoltori statunitensi.

Il motivo? L’impossibilità di riparare da sé o attraverso officine indipendenti il proprio trattore, vedendosi così costretti ad affidarsi a un numero sempre più ristretto di centri di assistenza autorizzati con un inevitabile e incontrollabile aumento dei costi e dei tempi, con ripercussioni negative sulla filiera agricola quali perdita del raccolto e terreni lasciati incolti.

È quanto emerge da un interessante articolo pubblicato il 27 marzo scorso sull’autorevole sito di news americano Bloomberg intitolato «Farmers are fighting for our right to repair our iPhones». L’autore, l’opinionista Adam Minter, evidenzia come i farmers americani stiano lottando per poter liberalizzare gli strumenti di diagnostica, manuali e programmi di accesso, verifica e controllo delle macchine agricole necessari per accedere e riparare le macchine agricole. Una presa di posizione che potrebbe aver ricadute anche su altri settori merceologici come quelli Hi- Tech delle auto e dei devices.

Nel mirino degli agricoltori ci sarebbe il costruttore americano John Deere, che negli ultimi decenni ha portato a una forte concentrazione dei concessionari di macchine agricole. Nell’articolo viene citato l’esempio del Montana, uno Stato grande all’incirca quanto la Germania, dove attualmente ci sono solo tre dealer che vendono attrezzature realizzate dal costruttore giallo-verde. Venti anni fa erano una trentina.

Secondo quanto riportato da Minter, anche il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si sarebbe speso per la causa e il suo Dipartimento di giustizia avrebbe appoggiato una class action contro Deere & Co. sostenendo che se «il mercato delle riparazioni funziona male, l’agricoltura ne soffre e i raccolti vanno sprecati e i terreni restano incolti».

A gennaio John Deere e l’American Farm Bureau Federation (AFBF), l’associazione degli agricoltori e allevatori americani, hanno firmato un accordo per offrire agli agricoltori un maggiore accesso agli strumenti e alla documentazione necessari per eseguire le riparazioni (in una nota dello scorso 22 maggio, la AFBF fa sapere di aver concordato un memorandum of understanding sul diritto alla riparazione anche con altri tre importanti gruppi del settore agromeccanico CNH, Agco e Kubota. Una serie di intese che coprirebbero così circa il 70% delle macchine agricole vendute negli Stati Uniti).

La strada sembra ancora molto tortuosa prima di un’approvazione definitiva a livello giuridico della liberalizzazione del mercato delle riparazioni: l’attività di assistenza rappresenta per i costruttori e i concessionari una fonte di guadagno molto redditizia che a volte può danneggiare (ingiustamente) consumatori, piccole imprese e agricoltori.