Dare valore ai dati, la missione della tech company xFarm

Quando senti la necessità di avere degli strumenti di gestione per la tua attività agricola la prima cosa da fare è dare un’occhiata a quello che offre il mercato. Se nulla ti soddisfa ci sono due strade percorribili: arrendersi e continuare a lavorare in maniera tradizionale oppure costruirsi da soli la soluzione più aderente alle proprie esigenze, ma non tutti lo possono fare.

Matteo Vanotti, amministratore delegato di xFarm Technologies

xFarm, tech company internazionale è nata così, nel 2017, dall’intuito di tre amici, due dei quali agricoltori che hanno creato un’applicazione «all in one» per la filiera dell’agricoltura.

Gestione degli appezzamenti e degli allevamenti, protezione delle colture, analisi dei fattori ambientali, connettività con macchinari, sistemi e macchine agricole, gestione dell’acqua, logistica e analisi economica dell’azienda agricola sono solo alcuni dei settori di controllo dell’app di questa società di cui Matteo Vanotti è amministratore delegato.

Lo abbiamo incontrato a Verona, nella sede della nostra casa editrice per scambiare alcune impressioni sull’impatto che le nuove tecnologie stanno avendo sul settore dell’agricoltura e soprattutto sulle decisioni che gli operatori del comparto devono prendere ogni giorno per rendere redditizie le proprie attività.

Matteo Vanotti, come è nata xFarm? È vero che non vi soddisfavano i prodotti sul mercato?

La decisione di creare una start up è scaturita in parte dall’analisi dell’offerta del mercato sostenuta poi dalle nostre eperienze sul campo nelle rispettive aziende agricole di famiglia. Ero alla ricerca di un software a 360°; non mi accontentavo più di un’applicazione che gestiva solo la parte amministrativa; mi interessava un prodotto che potesse dialogare con le macchine agricole, al quale fossero collegati dei sensori di campo, ad esempio per controllare l’irrigazione in un determiato appezzamento, uno strumento che mi fornisse informazioni di tipo agronomico. Ho visto che negli Stati Uniti esistevano alcuni prodotti che tendevano a fornire soluzioni «all in one» ma per noi le realtà di quel Continente non erano facilmente sovrapponibili alle nostre esigenze.

Interfaccia applicazione xFarm per tablet e smartphone

xFam App, xFarm Analytics, xFarm Connect: sono questi i tre ambiti nei quali lavorate?

Esatto, lavoriamo per dare valore al dato per le aziende agricole ma non possiamo ritenerci soddisfatti solo delle informazioni provenienti dal campo, dobbiamo raccogliere dati dai sensori, dal quaderno di campagna, dalle macchine agricole, dai macchinari nelle aziende lungo tutta la filiera e dai satelliti. Li mettiamo tutti assieme e il nostro valore deriva dall’elaborazione di queste informazioni che si traducono in suggerimenti operativi alle aziende agricole. In sostanza trasformiamo big data in indicazioni semplici e fruibili dall’app.

Come si accede alla piattaforma?

Il primo passo da compiere è quello di scaricare l’applicazione sul proprio device. A quel punto l’utente si troverà nella versione gratuita dell’app dove sono già disponibili 18 tipologie di servizi. Il livello superiore «pro» dell’app, a pagamento, è la parte «premium» della piattaforma e le offerte sono qui diversificate per tipologia di servizio richiesto e tempo di utilizzo. Il nostro obiettivo nei prossimi cinque anni è quello di raggiungere il milione di aziende utilizzatrici, non solo in Europa.

Nel mondo dell’agricoltura secondo lei quali sono i mercati più promettenti a livello globale?

L’Europa è il nostro focus ma siamo solo all’inizio c’è un sacco di lavoro da fare, fuori dal nostro Continente. In questo momento abbiamo due obiettivi principali, uno è il Brasile che è un Paese enorme, grande esportatore, dove stiamo lavorando su alcuni progetti importanti e l’altro è l’India che ha un mercato in forte ascesa, nuovo e con un’età media degli agricoltori molto bassa e che chiaramente potrà offrire grandi opportunità.

Come va con la concorrenza?

Ci sono un numero crescente di realtà che stanno cercando di inserirsi in questo settore ma penso sempre per fortuna, perché vuol dire che siamo in un mercato che promette bene nel quale però contano tanto la velocità di azione e la capacità di adattamento a scenari nuovi che possono cambiare anche repentinamente.

A cosa si riferisce in particolare?

Ad esempio a quello che sta accadendo nel nostro mondo con il vero e proprio «cambio di pelle» dei grandi costruttori di macchine agricole, sempre più venditori, prima di tutto, di tecnologia e servizi e successivamente del prodotto per il quale sono nati; questo cambio di prospettiva li rende maggiomente apprezzati sul mercato e ne aumenta il valore. Da ultimo osservo con attenzione l’interesse sempre più evidente delle grandi aziende dell’hi-tech come Amazon, Microsoft e Google, solo per fare alcuni nomi, per il settore agricolo. Tutti segnali di un grande cambiamento in atto che fa immaginare grandi sfide in corso per il controllo di un bene prezioso come il dato dal quale dipenderanno sempre di più le decisioni degli operatori della filiera e di conseguenza il reddito delle imprese.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su MAD – Macchine Agricole Domani n. 4/2024
Dare valore ai dati, “chiodo fisso” di xFarm
di M. Limina
Per leggere l’articolo completo abbonati a MAD – Macchine Agricole Domani