Suini, senza interprofessione redditività lasciata al caso

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Il momento favorevole che la suinicoltura italiana sta vivendo ha origini casuali, perché manca una seria interprofessione. È quanto ha affermato il direttore del Crefis, Gabriele Canali, agli Stati generali della suinicoltura che si sono svolti il 24 ottobre scorso a Cremona in occasione di Italpig.

Secondo Canali andrebbe attivata subito una seria interprofessione che nasca come una autorevole e strutturata collaborazione tra allevatori, macellatori e stagionatori per elaborare strategie di sviluppo condivise ed efficaci.

«In questo contesto – ha rincarato Canali – si inseriscono i disciplinari di produzione dei prosciutti dop, che per anni sono sembrati immodificabili. Ora, sull’onda dei recenti scandali, pare si stia lavorando a una loro revisione in tutta fretta. Ma non è detto che questi due atteggiamenti si compensino tra loro positivamente».

 

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 41/2019
Interprofessione, grande assente nella filiera suinicola
di A.Mossini
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