Prosciutto di Parma, ok al piano di regolazione dell’offerta 2021-2023

prosciutto parma

Via libera da parte del Mipaaf al piano di regolazione dell’offerta del Prosciutto di Parma per il triennio 2021-2023. Lo ha reso noto nei giorni scorsi il Consorzio di tutela della dop che coinvolge 140 aziende produttrici e un volume di 8,9 milioni di prosciutti marchiati (dato 2019).

Il piano definisce un modello operativo per gestire i volumi di produzione e garantire il giusto equilibrio tra la domanda e l’offerta sul mercato.

Nell’analisi di contesto del mercato, il Consorzio, esaminando i dati del quinquennio 2015-2019, denuncia le pesanti ricadute della crisi economica sui consumi interni e una difficile congiuntura dei mercati internazionali determinata per lo più da fattori geopolitici (dazi Usa, Brexit, embargo russo e crisi Cina-Hong Kong), oltre alla saturazione dei mercati maturi, che ha inciso negativamente sulle vendite all’estero della dop nel triennio 2017-2019, con volumi largamente inferiori alla media dei tre anni precedenti.

Nell’attuale contesto economico recessivo e nella situazione di profonda incertezza determinata dalla pandemia da Covid-19, il piano si pone anche l’obiettivo di sanare gli squilibri congiunturali associati all’emergenza sanitaria, oltre a quelli fisiologici di un settore che, a livello di filiera, coinvolge 3.900 allevamenti di suini, 97 centri di macellazione e un organico complessivo di circa 50.000 addetti, di cui 3.000 impegnati nella stagionatura dei prosciutti.

Il punto di equilibrio, tenuto conto dell’evoluzione del mercato, è stato definito per il 2021 a 8,5 milioni di  prosciutti. Tuttavia – scrive il Consorzio nel piano di regolazione dell’offerta – in considerazione del momento di turbolenza e di grande incertezza causato dall’emergenza coronavirus, tale stima sarà oggetto di revisione annuale.