Prezzo del latte: la bacchetta magica non esiste

Il tema del prezzo del latte è tornato al centro dell’agenda politica dopo l’intesa siglata al Masaf, che, in estrema sintesi, prevede un prezzo del latte alla stalla pari a 54 centesimi di euro/L a gennaio 2026, per poi scendere a 53 centesimi di euro/L a febbraio e a 52 centesimi di euro/L a marzo, con l’obiettivo dichiarato di ottenere un riequilibrio dell’offerta sulle stesse quantità del primo trimestre del 2025.

Più lucidità e meno scorciatoie

Come accade spesso, il calo dei prezzi scatena richieste di interventi straordinari e accuse all’industria. Comprensibile, visto che molte aziende hanno investito su scenari oggi compromessi, ma il binomio “crollo-intervento” rischia di alimentare un pericoloso corto circuito. Serve più lucidità e meno scorciatoie.
Il prezzo del latte non è una variabile nazionale: è determinato da un mercato europeo integrato, dove l’aumento dell’offerta nel Nord Europa, tornato a pieno regime dopo le crisi sanitarie, ha compresso i valori.
L’Italia non decide il prezzo, lo subisce. Pensare che basti un provvedimento per invertire questa dinamica è illusorio.
La politica dispone di strumenti per attenuare gli effetti delle oscillazioni, come norme contro pratiche sleali, sostegni Pac, controlli alle frontiere e garanzie creditizie, ma non può riscrivere le regole del mercato.

Filiera fattore decisivo

Il vero fattore decisivo è l’organizzazione della filiera: dove esistono cooperative forti, diversificazione e grandi Dop, la volatilità è gestita meglio; dove manca, i produttori restano esposti.
Per questo il valore aggiunto diventa leva strategica: internazionalizzazione, promozione e uso mirato delle risorse dei consorzi sono essenziali. Proposte come riduzione volontaria della produzione non risolvono il problema, ma selezionano le aziende meno competitive.

Le misure che servono

Tra le misure “ponte” più utili: sostegni legati al benessere animale, ristrutturazione dei mutui, strumenti di credito Ismea e stabilizzazione del reddito prevista dalla Pac. Non esiste una bacchetta magica, ma una “cassetta degli attrezzi” fatta di organizzazione, mercato, credito e interventi mirati. Il compito della politica non è fissare i prezzi, ma creare condizioni perché le imprese possano competere e resistere alle oscillazioni senza essere spazzate via.

Tratto dall’articolo pubblicato su L’Informatore Agrario n. 42/2025
Prezzo del latte: la bacchetta magica non esiste
di V. Aprilil
Per leggere l’articolo completo abbonati a L’Informatore Agrario