I progetti di Araer per la zootecnia emiliano-romagnola

ARAER logoNei giorni scorsi si è svolta in forma digitale l’assemblea annuale dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer). All’incontro, oltre al presidente Maurizio Garlappi e al direttore Claudio Bovo, hanno partecipato i componenti del consiglio direttivo e del Collegio sindacale per l’approvazione del bilancio 2019, ma in collegamento erano presenti anche i vertici di Aia, Roberto Nocentini e Mauro Donda, rispettivamente presidente e direttore generale, oltre all’assessore regionale all’agricoltura, Alessio Mammi e a Roberta Chiarini, responsabile del servizio organizzazioni di mercato e sinergie di filiera alla Regione Emilia Romagna.

Relativamente all’andamento della zootecnia emiliano-romagnola nel 2019, il presidente di Araer ha quindi fornito i numeri che hanno caratterizzato uno dei comparti più importanti dell’agroalimentare regionale e nazionale.
«Dopo quattro anni di crescita costante – ha sottolineato Garlappi – lo scorso anno il settore ha segnato il passo e le sue produzioni hanno rappresentato il 47,51% della produzione lorda vendibile totale, a fronte del 49,9% del 2018. In valore, parliamo di poco più di 2 miliardi di euro che evidenziano un -15% rispetto al 2018, quando si raggiunsero  2,36 miliardi di euro».

Nello specifico dei vari comparti produttivi, quello lattiero-caseario ha segnato lo scorso anno un incremento produttivo dello 0,3% raggiungendo un quantitativo totale di latte prodotto di oltre 21 milioni di quintali, «anche se dopo gli ottimi risultati degli anni precedenti – ha sottolineato Garlappi – il valore della Plv di questo segmento produttivo ha perso il 24,3% rispetto al 2018, pari a 343,78 milioni di euro. Una situazione che è stata determinata soprattutto dalla forte riduzione delle quotazioni dei formaggi grana e in particolare del Parmigiano Reggiano, a cui è destinato circa il 92% del latte regionale e che lo scorso anno ha registrato un incremento produttivo dell’1,47%, mentre il Grana Padano prodotto a Piacenza ha messo a segno un +5,2%».

Grande spazio è stato riservato a illustrare i progetti e le iniziative che Araer sta portando avanti. A iniziare dal Progetto Leo, previsto dal Piano di sviluppo rurale nazionale (Psrn), che nel corso del 2019 ha visto la sua piena applicazione.

Il Progetto, che pone l’Associazione italiana allevatori a capofila del partneriato in cui sono coinvolti l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Teramo, quello dell’Umbria, l’Istituto Spallanzani di Roma, l’Università di Piacenza, della Tuscia, di Palermo oltre a Consvapi e Bluarancio, terminerà il 30 giugno 2023, ed è finalizzato alla raccolta in allevamento di nuovi dati e parametri che, pur operando come una sola, alimenteranno tre banche dati dedicate rispettivamente alla sostenibilità ambientale ed economica, alla sicurezza alimentare e al benessere animale permettendo la fruibilità dei dati in forma aggregata.

«Si tratta di un progetto innovativo con una banca dati unica in Europa che, per il momento, raccoglierà solamente le informazioni di carattere nazionale – ha spiegato Garlappi – reperite dai controllori di Araer in occasione dei controlli funzionali, legate agli aspetti riproduttivi/produttivi della mandria e a quelli strutturali e ambientali della stalla. Vorrei sottolineare la totale gratuità del Progetto per tutti gli allevatori che intendono aderire, ai quali quindi non è stato e non verrà chiesto alcun contributo».