Grana Padano: Baldrighi lascia la presidenza

L’assemblea generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, svoltasi nei giorni scorsi a Verona, ha visto l’addio alla presidenza, dopo 21 anni, di Cesare Baldrighi.

Al presidente uscente è andato il saluto di Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari: «Voglio esprimere un grande ringraziamento a nome di tutta la cooperazione agroalimentare a Cesare Baldrighi, che oggi termina il suo mandato come presidente del Consorzio di tutela Grana Padano, per l’ottimo lavoro svolto in questi anni in cui è stato alla guida della dop casearia. La sua lungimiranza e le sue capacità imprenditoriali hanno consentito al Consorzio di raggiungere traguardi prestigiosi, con una crescita produttiva, di fatturato e di notorietà, diventando la dop più consumata al mondo».

È stato un 2019 in crescita per il Grana Padano, che si conferma il prodotto dop più consumato al mondo con un totale di 5.164.759 forme prodotte (+4,70% rispetto al 2018), di cui 2.051.125 destinate all’export (+4,38%). «Numeri incoraggianti – ha detto Baldrighi – che però dobbiamo leggere alla luce della situazione attuale. A causa dell’emergenza Covid-19».

«Il nostro obiettivo, oggi, deve essere il contenimento produttivo, adeguandoci agli inevitabili minori consumi che derivano dalla contrazione del canale Ho.Re.Ca. Da qui vengono i provvedimenti assunti dal Consiglio di amministrazione per far fronte al post Covid-19: diminuzione della produzione; sostegno agli enti caritatevoli attraverso i bandi AGEA; acquisto di 120.000 forme da parte del Consorzio per i mesi di novembre-dicembre 2019 e gennaio-febbraio-marzo 2020 da portare a Riserva 20 mesi e a Riserva Gold 24 mesi».

«Dopo 21 anni di presidenza – ha concluso Baldrighi – lascio la guida del Consorzio pieno di soddisfazione per quanto, insieme agli associati e alla grande squadra del Consorzio, abbiamo fatto insieme. La parola d’ordine che ci ha accompagnato in questi anni è stata ‘coesione’, grazie alla quale siamo riusciti a portare avanti politiche coraggiose e vincenti, come la definizione dei ‘piani produttivi’, che soprattutto all’inizio, sono stati strumenti difficili da comprendere ed applicare ma che, grazie alla fiducia da parte di tutto il nostro sistema, abbiamo posto in essere incrementando la produzione in modo razionale, al fine di perseguire il giusto equilibrio fra domanda ed offerta».