«Giro di vite» sugli allevamenti da Green Deal e Pac

Green Deal e riforma della Pac avranno effetti importanti per la zootecnia italiana, in particolare per le imprese che praticano un allevamento più intensivo. Tra gli obiettivi dichiarati del nuovo corso della politica agricola europea vi sono infatti la sostenibilità delle produzioni e la riduzione delle emissioni.

Per gli allevatori ciò significherà l’introduzione di nuovi vincoli tecnici, con inevitabili aggravi di costi che al momento non si sa se e come potranno essere compensati.

La prospettiva è perciò di una riduzione dei pagamenti diretti, in particolare a carico delle imprese zootecniche più orientate al mercato e che negli ultimi anni hanno investito per raggiungere livelli di efficienza e di competitività elevati.

Riguardo alla riduzione delle emissioni, Bruxelles prende di mira in particolare il settore zootecnico del Nord Italia, dove si pratica la produzione intensiva. Tutto ciò determinerà conseguenze sui regimi alimentari delle bovine da latte, sulla gestione dei reflui, fino ad arrivare a una possibile richiesta di riduzione della densità zootecnica.

Anche la spesa per lo sviluppo rurale potrebbe subire cambiamenti sfavorevoli per gli allevamenti, considerata la tendenza da parte delle istituzioni comunitarie a indirizzare gli interventi verso obiettivi ambientali, climatici e territoriali, piuttosto che verso la stabilizzazione del mercato e la competitività delle imprese.

 

Tratto dall’articolo pubblicato sul supplemento Stalle da Latte a L’Informatore Agrario n. 40/2020
Zootecnia da latte nel mirino di Bruxelles
di E. Comegna
L’articolo completo è disponibile per gli abbonati anche su Rivista Digitale