Fiera di Cremona, conclusa la Special Edition

È calato il sipario sulla 75ª edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (3-5 dicembre 2020), una Special Edition a cui, all’unisono, i partecipanti agli Stati Generali della zootecnia, svoltasi il 5 dicembre in modalità online a conclusione del ricco calendario di eventi tecnico-scientifici che hanno caratterizzato i tre giorni, hanno riconosciuto «il coraggio di organizzare una rassegna così importante in tempi di pandemia».

Lo ha ricordato nel suo intervento anche la ministra per le politiche agricole Teresa Bellanova. «Vi ringrazio per l’invito a condividere, a pochi giorni dalla presentazione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, un momento di confronto che giustamente rimarca l’importanza nazionale e internazionale di questo settore e di questo appuntamento, punto di riferimento ben oltre i nostri confini – ha dichiarato – a conferma di quella capacità di resistenza e resilienza di cui la filiera agroalimentare e quella zootecnica nello specifico hanno già dato prova nel corso di questo complicatissimo anno».

Per il presidente di CremonaFiere, Roberto Biloni, «la sfida che abbiamo voluto raccogliere con questa Special Edition ha avuto un unico faro: unire e coinvolgere tutto il comparto zootecnico per tener vivo il dibattito e favorire con forza quel processo di valorizzazione che poggia le sue basi sulla sostenibilità, sull’etica e sulla qualità delle produzioni. Il settore ha davanti a sé nuove sfide, che dopo la pandemia si concentrano anche sul recupero delle quote di export perse. La zootecnia non si è fermata e non si ferma, CremonaFiere non può che essere il suo partner più importante».

«La grande volatilità dei prezzi registrata dal 2007 a oggi sul mercato nazionale dei prodotti lattiero-caseari ha di fatto impedito agli allevatori di programmare gli investimenti da fare nelle loro aziende – ha sottolineato Daniele Rama dell’Università Cattolica di Piacenza – Attualmente, trascinati dai formaggi grana, Parmigiano Reggiano e Grana Padano in testa, stiamo assistendo a un interessante rialzo che colloca oggi il primo a una quotazione di poco superiore a 10 euro/kg. Decisamente peggiore la situazione per il comparto dei bovini da carne e dei suini. A livello europeo il prezzo medio pagato nello scorso mese di ottobre per una carcassa bovina ha incassato un -5,6% rispetto allo stesso mese di un anno fa e se in Italia nei primi sei mesi dell’anno abbiamo registrato un +4% nei i consumi domestici, il 40% venuto a mancare con la chiusura di bar e ristoranti ha decretato un autentico crollo. Ancora peggio il settore suinicolo, che in Europa, sempre nel primo semestre dell’anno, ha dovuto registrare un -1% delle macellazioni, ma che nel nostro Paese ha toccato addirittura un -18%. Analogamente i prezzi sono crollati e nonostante un lieve recupero registrato durante i mesi estivi, siamo molto al di sotto delle quotazioni registrate lo scorso anno».

Di maggiore produttività e competitività ha parlato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, secondo il quale «dobbiamo produrre sempre di più ed essere sempre più competitivi perché le nostre produzioni sono qualitativamente ineccepibili, sicure, rispettose del benessere animale – ha affermato –. Dobbiamo saper comunicare bene queste cose e impedire che per noi lo standard europeo vada al ribasso, a iniziare dalla giusta interpretazione del benessere animale, che non può essere ricondotto solo all’immagine bucolica del pascolo. È molto altro. È molto di più. Un di più fatto di investimenti, innovazione, professionalità perché non esiste allevatore che abbia interesse a trattare male i suoi animali e non esiste agricoltore che ne abbia a coltivare male i suoi terreni».

«I tempi sono maturi per una Ocm zootecnica – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Fabio Rolfi – perché rappresenta la scelta fondamentale per essere più distintivi sul panorama internazionale. La discussione sulla nuova Pac e la successiva realizzazione dei Piani strategici nazionali ha salvaguardato il ruolo delle regioni e questo è un bene, anche se occorrerà rivedere la ripartizione delle risorse in base ai diversi territori. Le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, affrontando con coraggio un’edizione inedita, hanno saputo affrontare con i loro convegni online tante delle problematiche che l’intero comparto sta affrontando. Ma soprattutto hanno mandato un segnale forte e chiaro sull’importanza e sulla centralità del loro ruolo in un momento così difficile e complicato».