Viticoltura sostenibile, il ruolo essenziale della sostanza organica

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La gestione sostenibile del suolo nel vigneto è una strategia di importanza fondamentale per la produttività e la qualità delle uve, sia in regime biologico sia convenzionale. Al centro di questo approccio c’è il ruolo della sostanza organica.

La sostanza organica è il cemento che garantisce stabilità alla struttura della dimora delle radici, permettendo il giusto equilibrio tra le fasi solida, liquida e gli spazi per l’aria, ma non solo. È bene quindi ricordare alcuni fondamenti a essa connessi:

  • la copertura vegetale del suolo con l’inerbimento, da cui gran parte della sostanza organica deriva, garantisce protezione dall’erosione, che trasporta lontano il suolo più fertile, intasa i canali di scolo, aumenta i rischi di inquinamento delle falde superficiali;
  • la protezione della superficie del suolo con inerbimento o pacciamatura ripara dall’azione battente delle piogge, che altrimenti distruggono la struttura del suolo creando croste superficiali;
  • la stessa copertura permette maggiori livelli di infiltrazione delle acque piovane in profondità, aumentando così la possibilità di incrementare le riserve idriche;
  • un suolo ben strutturato rappresenta un serbatoio per l’acqua, di capacità fino a doppia rispetto a un suolo poco o male strutturato, poiché consente una porosità migliore e meno densità;
  • la sostanza organica funziona come una spugna per l’acqua, e ha la capacità di intrappolare da 5 a 10 volte il proprio peso in acqua, che rimane disponibile per la pianta: così un suolo con l’1% di sostanza organica in più può aumentare la propria capacità di campo del 30%.

Sostanza organica e biodiversità

Senza biodiversità la sostanza organica nel suolo è inattiva come una foglia secca appoggiata su un tavolo, che non subisce alterazione alcuna nel tempo. Affinché la sostanza organica che apportiamo possa entrare nel ciclo della vita, decomponendosi e fornendo così al sistema elementi nutrizionali e altri innumerevoli benefici, è necessario che venga lentamente trasformata da tutti gli attori della biodiversità del suolo, a partire dai più microscopici, come batteri e funghi, fino ai lombrichi e alla macrofauna terricola, passando per un’infinità di specie di microartropodi. La mancanza di uno o più anelli di questa fitta rete di interazioni causa sempre un indebolimento della sua struttura.

 

Tratto dall’articolo pubblicato sul Supplemento a L’Informatore Agrario n. 12/2017
Gestione sostenibile del suolo nel vigneto biologico
di P. Donna, M. Tonni, I. Ghiglieno
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