Verso un marchio per i vini eroici

Con la pubblicazione a fine settembre sulla Gazzetta Ufficiale, il provvedimento è entrato in vigore. Ora la palla passa alle Regioni, per il riconoscimento dei vigneti eroici e storici e per la programmazione degli interventi di recupero.

Il 30 giugno di quest’anno sarà ricordata come una data storica per la viticoltura eroica. È il giorno della firma del decreto che dà attuazione all’articolo 7 del Testo unico della vite e del vino, entrato in vigore nel 2016, e grazie al quale, per la prima volta, viene riconosciuto il valore della viticoltura estrema e sancito l’impegno, da parte di Stato e regioni, a promuovere interventi per la sua salvaguardia.

Si è concretizzato così il grande lavoro svolto dal Cervim (Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura montana) non solo negli ultimi anni ma dal momento della sua costituzione, più di trent’anni fa, in sinergia con le istituzioni, le regioni e i viticoltori. Ma come affermato in quella occasione dal suo presidente, Stefano Celi, «oggi rappresenta per noi un traguardo, ma soprattutto un punto di partenza, per un riconoscimento che deve tradursi in una reale azione di rilancio.»

Una prospettiva che, anche dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale a fine settembre, potrebbe ora subire un rallentamento a causa della priorità assunta a tutti i livelli decisionali, centrali e regionali, dalle iniziative per far fronte alla crisi causata dall’emergenza sanitaria. Secondo quanto disposto, è alle Regioni che ora competono la raccolta e l’istruzione delle domande per il riconoscimento dei vigneti eroici e storici, la tenuta dell’elenco (che dovrà essere reso pubblico) e l’applicazione dei controlli.

Anche sul versante economico, saranno le Regioni a dover reperire i fondi per gli interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia delle aree. Ciò significa che si organizzeranno con risorse proprie o attraverso le misure cofinanziate contenute nei programmi di sviluppo rurale (o nei programmi operativi regionali, nei quali si ipotizza sarà declinato il piano strategico nazionale verso cui ci si sta dirigendo). Anche in questa fase, un sostegno prezioso può arrivare dal Cervim. «Grazie all’esperienza acquisita in tutti questi anni di lavoro e di relazioni intrecciate con le istituzioni e le diverse realtà territoriali, possiamo farci promotori di un confronto e di un lavoro comune tra le regioni, che possa essere di supporto e stimolo» osserva Celi.

Vigneti in Costiera Amalfitana

La conservazione, o meglio la valorizzazione, dei vigneti eroici e storici è patrimonio di quasi tutte le regioni del Paese, in aree caratterizzate da una forte impronta identitaria e da paesaggi di grande bellezza. Si va dalla Valle d’Aosta alle Cinque Terre, dalla Valtellina alla Val di Cembra, dalla Costa Viola alla Costiera amalfitana, fino alle isole come Isola del Giglio, Ischia, Sant’Antioco, Pantelleria, Ustica. E accanto a interventi strutturali, il rilancio di queste aree deve passare anche dalla promozione dell’elemento catalizzatore, che rimane comunque sempre il vino.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 6/2020
Verso un marchio per i vini eroici
di C. Deffeyes
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