Vendemmia 2023: Francia in pole, Italia al palo

Le prime stime ufficiali della nuova vendemmia, diffuse ad agosto dal Ministero dell’agricoltura francese attraverso il servizio statistico Agreste, indicano al momento un raccolto tra i 44 e il 47 milioni di ettolitri, dato che potrebbe sancire il sorpasso di Parigi su Roma, dopo anni di predominio italiano in Europa e nel mondo.

Nulla è ancora detto, ma in Italia, stando alle cifre e ai rumors tra gli addetti ai lavori, si andrà quasi certamente al di sotto dei 45 milioni di ettolitri. Le stime della Coldiretti, diffuse a inizio agosto, parlano addirittura di una produzione attorno 43 milioni, corrispondenti a una riduzione, anno su anno, del 14%, se rapportati ai 50 milioni di ettolitri di vino prodotti la scorsa stagione.

Per quanto riguarda le attese a livello regionale, i dati presentati il 18 agosto scorso dalla Regione Veneto e da Veneto Agricoltura, nel consueto appuntamento pre-vendemmiale, delineano una situazione complessivamente positiva nel Triveneto, in controtendenza con la dinamica generale. In Veneto, in particolare, primo polo produttivo nazionale, dove i vigneti hanno potuto beneficiare quest’anno di una sufficiente disponibilità idrica, si prevede una buona raccolta di uve, addirittura in crescita del 5-6%, in previsione di 15,9 milioni di quintali, valutazione che considera anche l’effetto spinta generato dall’entrata in produzione di nuove superfici vitate.

Ancora più sostenuta la crescita attesa nelle province di Trento e Bolzano, dove le buone condizioni climatiche e il contributo dei nuovi vigneti prefigurano un +10-15%. Allineata grosso modo alla performance del Veneto il Friuli-Venezia Giulia, dove gli analisti pronosticano un 5-10% di aumento produttivo per l’assenza di danni da grandine e di problematiche fitosanitarie, che hanno invece flagellato i vigneti del Centro-Sud a causa dell’umidità persistente.