Scegliere il portinnesto più adatto al proprio vigneto

È noto che alla fine dell’Ottocento la viticoltura europea, e quindi anche italiana, sia stata fortemente danneggiata dalla fillossera (Philloxera vastatrix), temibile afide parassita in grado di distruggerne l’apparato radicale della vite (con vigneti allora franchi di piede, cioè non innestati) che, in pochi anni, mise in ginocchio l’intero comparto vitivinicolo.

La reazione degli studiosi e dei viticoltori fu pronta, sia con l’adozione di vitigni americani, in particolare ibridi produttori diretti (Clinton, Isabella, Noak, Bako 1 ecc. tra gli ibridi di prima generazione e i vari Seibel, Seyve-Villard, Oberli ecc. tra gli ibridi di seconda generazione) – dimostratisi però non totalmente resistenti alla fillossera e comunque di scarsa qualità enologica –, sia con l’introduzione dell’innesto di gemme o marze di vitigni europei su piede americano quale metodo ideale di lotta: forse il primo caso di lotta biologica su vasta scala.

Una vite che presenti un apparato radicale ben sviluppato, grazie al buon adattamento al terreno che la ospita, è in grado di affrontare le condizioni climatiche più difficili, ma anche di contrastare gli attacchi parassitari con maggiore sicurezza, giungendo alla vendemmia con buoni risultati produttivi.

La scelta in base alla tipologia del terreno

Intendete piantare un vigneto su terreno povero e soggetto alla siccità? Sono adatti portinnesti quali 1103 Paulsen, 779 Paulsen, 110 Richter (preferibile per impianti fitti in quanto meno vigoroso degli altri), M4 e 140 Ruggeri, i quali sono affini a quasi tutti i vitigni.

Disponete di un terreno ricco di calcare attivo (valore superiore al 13-14%) ed eventualmente anche soggetto alla siccità? Sono preferibili portinnesti quali 41 B, 1103 Paulsen, 140 Ruggeri e M1, facilmente reperibili sul mercato e affini a tutte le varietà più diffuse.

Volete mettere a vigneto un terreno piuttosto fertile e fresco, ma scarsamente dotato di potassio? Sono da scegliere portinnesti quali SO4, 161.49 C, 420 A, M3 e 157.11 C, meno esigenti in potassio. Viceversa, per terreni carenti di magnesio, sono preferibili portinnesti quali 1103 Paulsen, Kober 5 BB e 775 Paulsen.

Disponete di terreni piuttosto pesanti o argillosi, facilmente soggetti ai ristagni d’acqua? Accanto ad alcuni accorgimenti riguardanti la sistemazione superficiale, il drenaggio, l’inerbimento dell’interfilare ecc., sono da preferire portinnesti quali SO4, Teleki 5 C, 157.11 C, Kober 5 BB, 225 Ruggeri, tutti dotati di apparato radicale piuttosto superficiale, quindi meno sensibili alla mancanza temporanea di ossigeno nel terreno.

Volete scegliere vitigni dotati di scarsa vigoria, da collocare in terreni poco fertili? Saranno ideali portinnesti quali 1103 Paulsen e 779 Paulsen, piuttosto vigorosi. Viceversa, su terreni fertili, freschi, non eccessivamente calcarei e con vitigni vigorosi, preferirete portinnesti quali 161.49 C, 157.11 C e, meglio ancora, 420 A, 101.14, 3309 C, M1, STAR 50 e STAR 75.