Effetti del vigore su uve Ancellotta e Lambrusco Salamino

Ancellotta, basso vigore

L’indagine sperimentale ha validato mappe di vigore basate sull’indice NDVI e derivate da acquisizioni satellitari relative a 3 vigneti di Lambrusco Salamino e a 4 vigneti di Ancellotta, e valutato, se e in quale misura, la variabilità intra-parcellare possa essere gestita anche attraverso interventi sito-specifici al fine di incrementare l’efficienza della viticoltura e di aumentarne la remuneratività nel distretto oggetto di studio.

La prova studio nei vigneti pilota

Le attività sono state realizzate nel 2018 e 2019 in provincia di Reggio Emilia nell’area pianeggiante ricadente nel territorio dei comuni di Correggio, Campagnola Emilia e Novellara dove, nell’estate 2018, sono stati identificati 3 vigneti di Lambrusco Salamino e 4 vigneti di Ancellotta.
A fronte della notevole variabilità riscontrata tra i vigneti di Lambrusco Salamino in termini di carico di gemme per metro di filare, numero di grappoli, resa per metro ed equilibrio vegeto- produttivo desunto dal calcolo dell’indice di Ravaz, su scala intra-parcellare non sono state registrate differenze a carico dei parametri vegeto-produttivi nella quasi totalità dei siti sperimentali e le differenze a carico della composizione dell’uva, sebbene significative in taluni casi, non sono parse univoche e particolarmente rilevanti.

Scarsa variabilità del vigore nei vigneti di Lambrusco Salamino

Le indagini condotte sui 7 vigneti- pilota di Lambrusco Salamino e di Ancellotta mostrano nel solo caso del vigneto Sabbatini una stretta corrispondenza tra il peso del legno di potatura e le classi di vigore derivate dall’indice NDVI. Tale risultato può essere indicatore di una scarsa variabilità del vigore vegetativo su scala intra-parcellare o, al contrario, di una limitata sensibilità del parametro considerato nell’identificare le differenze di vigore.

L’Ancellotta ha rappresentato un caso-studio di particolare interesse poiché, a fronte della scarsa correlazione registrata tra NDVI e parametri vegeto-produttivi, è sempre stato descritto un migliore grado di maturazione delle uve derivate dalle zone di basso vigore. Peraltro, i dati aggregati evidenziano come tali condizioni fossero per lo più associate a peso del legno di potatura inferiore a 1 kg/m di filare e indice di Ravaz compreso tra 9 e 10.

L’elemento di novità associato ai risultati dello studio consiste nel fatto che, rispetto a quanto osservato nell’ambito di altri studi in cui il BV (basso vigore) è stato associato a un complessivo miglioramento della qualità dell’uva ma anche a una contrazione produttiva, nel caso dell’Ancellotta la resa per metro di filare si è attestata su livelli significativamente superiori rispetto a MV (medio vigore) e AV (alto vigore).

Prospettive per la viticoltura reggiana

La descrizione mediante rilievo satellitare e la definizione delle mappe di vigore (basate sull’indice NDVI) di 7 vigneti della pianura reggiana hanno evidenziato una maggiore rispondenza di Ancellotta rispetto a Lambrusco Salamino, quest’ultimo caratterizzato da un significativo disequilibrio vegeto-produttivo dovuto primariamente all’eccessivo carico produttivo delle viti.

Poiché Ancellotta è attualmente coltivato su circa 4100 ha e rappresenta per il distretto del Lambrusco reggiano uno dei vitigni più importanti in termini di superfici investita, si ritiene utile perseguire una caratterizzazione su larga scala della variabilità dei vigneti mediante approccio satellitare a media risoluzione finalizzato alla produzione di mappe di vigore direttamente utilizzabili dai tecnici oppure gestite mediante un sistema informatizzato.

 

Tratto dall’articolo pubblicato su Vite&Vino n. 4/2022
L’Ancellotta: più qualità ma anche quantità con basso vigore
di R. D’Ambrosio, M. Gatti, I. Diti, C. Squeri, S. Poni
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