Vinitaly fa il pienone in Cina

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Oltre 3.500 operatori professionali del settore vinicolo hanno partecipato a «I Love ITAlian Wines», seconda edizione del roadshow b2b in Cina, organizzato da Veronafiere in collaborazione con il partner cinese Pacco Communication Group e con il supporto dell’Ambasciata italiana e della rete Ice in Cina.

L’evento, andato in scena tra il 17 e il 22 giugno, ha visto protagonisti come espositori 55 aziende italiane e importatori vinicoli di 12 province cinesi per un totale di 500 etichette in esposizione.

In sei giorni l’edizione 2019 del roadshow ha percorso 3.000 chilometri, raggiungendo quattro città, una in più dello scorso anno: dopo la prima tappa a Pechino, nel nord della Cina, l’iniziativa si è spostata a sud fino a Guangzhou, capitale del Guangdong, passando per le due capitali di provincia Zhengzhou e Xi’an.

Il roadshow appena concluso ha permesso di raggiungere un vasto pubblico grazie alla capillare attività di promozione offline e online della sede di Veronafiere a Shanghai. Strumento essenziale si è rivelata la mini app WeChat, realizzata da Veronafiere per consentire ai visitatori di scoprire tutte le aziende presenti e i loro vini, con 1.500 accessi registrati, 24.000 visualizzazioni sul programma di foto e live streaming e con un incremento del 10% dei nuovi followers sull’account ufficiale di WeChat.

«Anche questa seconda edizione del roadshow b2b ha portato ottimi risultati per le aziende sul fronte del business, rappresentando sia una vetrina in termini di visibilità, grazie anche al successo dei canali social, sia una grande operazione di cultura del vino italiano in Cina» ha osservato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
«Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento permanente per il Far East, mercato che vale complessivamente 6,4 miliardi di euro. È in questa prospettiva che Vinitaly, brand forte del vino italiano in Cina, sta costruendo Wine To Asia, nuovo salone internazionale del vino: la prima edizione si terrà nel 2020 a Shenzhen».