Semine di riso ai minimi storici in Italia

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Se i primi sondaggi effettuati tra i risicoltori verranno confermati, nella campagna agraria di quest’anno ci potrebbe essere la minor superficie investita a riso in Italia dal 2000. La stima arriva da Paolo Carrà, presidente di Ente Nazionale Risi, intervenuto 44^ Fiera in Campo, in corso fino a domenica a Vercelli e organizzata da Confagricoltura.

I sondaggi indicano una previsione di superficie risicola di 210.800 ettari, contro i 218.421 ettari del 2022. Nel 2010 erano state toccate punte di 250.000 ettari di risaie coltivate in Italia, in primis Piemonte e Lombardia, prime per produzione.

«Questo potrebbe succedere – ha detto Carrà – perché alcune colture sono diventate competitive per il riso, ma anche a causa della siccità. Siamo in deficit idrico, e in questo momento ci troviamo in una condizione peggiore rispetto all’anno scorso. Nel 2022 si sono persi 26.000 ettari di risaie nel Novarese e in Lomellina, ed è venuta a mancare una visione in prospettiva di ciò che poteva succedere l’anno successivo. Non eravamo abituati a una cosa del genere, perché la questione della mancanza d’acqua riguardava il Sud Italia».

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha sottolineato che «si sono anche moltiplicate le minacce al nostro riso. Sono cresciute di oltre il 120% le importazioni dall’Asia e l’Efsa ha proposto di aumentare i limiti ammessi di Triciclazolo, assolutamente vietato in Italia. Occorre impegnarsi – ha rimarcato Giansanti – per rimuovere questi ostacoli restituendo alla nostra risicoltura l’attenzione che merita. Penso ad un piano d’azione su più fronti per far fronte alle emergenze, guardando al futuro. La reciprocità nelle regole di coltivazione con i Paesi di origine del riso importato deve essere rispettata per evitare ogni concorrenza sleale».
Così come è indispensabile – ad avviso di Confagricoltura – che la clausola di salvaguardia sia resa automatica in presenza di forti aumenti delle importazioni.

Con la Pac, da quest’anno, pur in un quadro complessivo preoccupante, per il riso ci sono almeno due novità: l’aumento del pagamento accoppiato e l’intervento specifico di sviluppo rurale per gli impegni specifici nelle risaie. Toccherà far fruttare al meglio anche le risorse messe a disposizione dal Pnrr per gli investimenti aziendali e in filiera, per l’irrigazione e l’ammodernamento tecnologico delle imprese a favore di un settore moderno e progredito che guarda al futuro.