Robot di mungitura, più latte con il traffico a flusso libero delle vacche

robot mungitura

La robotizzazione della mungitura è diventata anche in Italia una realtà di discrete dimensioni. In questi ultimi decenni la tecnologia ha fatto continui passi avanti: aumentando il numero di installazioni ed esperienze di allevatori e tecnici, anche l’applicazione pratica sta diventando sempre più facile e promettente.

Un team di ricerca guidato dall’Università del Wisconsin (USA) nel 2016 ha valutato 635 aziende da latte nordamericane con robot di mungitura per determinare i fattori correlati alla massimizzazione della produzione.

Dal loro lavoro e dalla ricca documentazione bibliografica che hanno prodotto, ne consegue che il traffico a flusso libero, che consente a ciascuna vacca di decidere quando essere munta e di muoversi liberamente tra robot, stalle e area di alimentazione, comporta una produzione di latte maggiore rispetto al traffico forzato (dove il robot di mungitura viene generalmente installato prima dell’area di alimentazione).

Dalle osservazioni svolte risulta che, molto probabilmente, il sistema di traffico forzato diminuisce l’assunzione di cibo di ogni vacca, attraverso effetti negativi sul numero di visite alla greppia e sul tempo complessivo trascorso a mangiare. Questo comportamento alimentare alterato può potenzialmente aumentare il rischio di acidosi ruminale. Inoltre, troppo concentrato fornito nel robot è correlato a una minore produzione di latte.

robot mungitura trafico libero vs forzato
Il traffico forzato riduce il latte prodotto e il consumo di unifeed in greppia. Anche i pasti al giorno diminuiscono da 10 a 7.

Anche un secondo grande studio fatto nel 2017 da un gruppo del Wisconsin in collaborazione con un gruppo spagnolo, guidati da due nomi di grandissimo livello, Victor Cabrera e Alex Bach, ha suggerito che la situazione di robot ideale è quella che consente il libero traffico e approcci nutrizionali che non sconvolgano il comportamento naturale delle bovine.

Il tema da affrontare è comunque più complicato di quello che appare: ci sono considerazioni comportamentali, nutrizionali ed economiche di cui occorre tenere conto. La frequenza di mungitura, ad esempio, dipende anche dalla composizione sociale dell’allevamento (dominanza), dalla forma e struttura dell’allevamento, dal percorso imposto alle vacche per arrivare al robot, dal tipo di pavimento, dalla salute generale e podale delle vacche.

Quanto incida la dominanza sull’utilizzo del robot è dimostrato dal lavoro di Cabrera e Bach, oltre che dall’esperienza di chiunque osservi bene il comportamento animale: le vacche dominanti fanno mediamente meno attesa al robot (13 minuti) a scapito delle altre, che devono aspettare maggiormente (20 minuti).

 

Tratto dall’articolo pubblicato sul Supplemento Stalle da Latte a L’Informatore Agrario n. 10/2018
La gestione alimentare ottimale nel robot di mungitura
di M. Campiotti
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