Peste suina: stop a caccia e trekking

Arriva il divieto di ogni attività venatoria salvo la caccia selettiva al cinghiale nella zona stabilita come infetta da peste suina africana, 114 Comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria, dopo i casi recentemente riscontrati. È quanto dispone l’ordinanza congiunta emanata dai ministri della salute Roberto Speranza e delle politiche agricole Stefano Patuanelli.

La caccia di selezione al cinghiale, precisa il provvedimento, è ammessa come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus. Nell’area sono altresì vietate la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, il mountain bike e le altre attività di interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti.

«L’ordinanza – si sottolinea – consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export». L’ordinanza produce effetti dalla data di adozione e le disposizioni sono efficaci per 6 mesi a decorrere da tale data.

I casi di Psa riscontrati nei giorni scorsi in alcuni cinghiali tra Piemonte e Liguria hanno attivato misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan) dove è stato dato un temporaneo stop all’import di carni e salumi made in Italy.

Nel 2021 le esportazioni italiane di prodotti a base di carne suina hanno raggiunto un valore di circa 1,7 miliardi di euro, di cui circa 500 milioni in Paesi extra Ue.

L’Unione Europea riconosce il principio della regionalizzazione, in base al quale eventuali blocchi sono previsti solo dai comuni delimitati, dove peraltro l’attività di allevamento è molto contenuta. «Un comportamento analogo peraltro – rileva Coldiretti – è stato adottato anche da paesi come Regno Unito, Usa e Canada dove è diretta la maggioranza dell’export extra Ue per i casi analoghi che si sono verificati in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa e per questo diventa ora importante una azione diplomatica per formalizzare questo orientamento e non penalizzare la filiera».