Per l’ortofrutta niente sgravi per il lavoro

Il decreto Rilancio, che dovrebbe essere approvato definitivamente entro il 18 luglio, ha destinato ben 426 milioni di euro alla riduzione del costo del lavoro, con l’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro per i primi sei mesi del 2020.

Un’ottima notizia, quindi, ma non per il settore ortofrutticolo, che resta escluso dai beneficiari del provvedimento. Che saranno invece l’agriturismo, le filiere apistiche, brassicole (per la produzione di birra), cerealicole, florovivaistiche e vitivinicole, nonché ai settori dell’allevamento dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura.

Ricordiamo che il settore ortofrutticolo rappresenta una produzione di 24 milioni di tonnellate e una plv di oltre 12 miliardi di euro (il 30% del totale dell’agroalimentare).

L’esclusione è stata definita «incredibile e inaccettabile» da dichiarato Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, l’associazione che riunisce buyer ed esportatori del settore.

Fruitimprese rileva che se in una prima fase, quella del lockdown, il settore, peraltro limitatamente ad alcuni prodotti, come arance, limoni e mele, ha beneficiato di una buona richiesta da parte dei consumatori finali, i danni da Covid si sono comunque sentiti. Già da giugno i consumi hanno subìto una brusca inversione di tendenza che ha annullato i vantaggi iniziali.

Da rilevare che il mercato della frutta estiva è anche condizionato da un forte calo produttivo cui non corrisponde una adeguata remunerazione in termini di prezzi.